Bibliografia Vichiana II

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RITRATTI DIPINTI O INCISI

Senonché contro codesto ragionamento parrebbe militare (ma può anche non militare) un altro dato di fatto. Vale a dire: se sotto l’incisione del Sesone venne stampata nella Scienza nuova del 1744 un distico composto dal gesuita Domenico Lodovico e riferito già sopra (p. 216), nel primo volume degli Opuscoli vichiani raccolti dal Villarosa, sotto una non brutta riproduzione della non bella incisione del Sesone riproduzione che reca in giro al ritratto l’indicazione cronologica prescritta dal Vico, è stampato un diverso distico del canonico fiorentino Roberto Luigi Sostegni (sopra, p. 195), che suona così : Caeca vir hic dius reserat primordia rerum : Unde tibi, Sophiae, iam novus ordo patet. Ciò posto, se il distico del Lodovico, deceduto il 30 novembre 1745, cioè dopo la morte del Vico, può essere stato scritto in un qualunque momento della vita di quest’ultimo, non è poi consentito ripetere lo stesso nei riguardi del Sostegni, mancato ai vivi una quindicina d’anni innanzi la morte del Nostro, ossia dopo una lettera vichiana del 4 decembre 1729 (Opp., V, 225) e prima del VAggiunta all'Autobiografia (Opp ., V, 61-62), ch’è dell’aprile 1731 (v. sopra p. 65). Parrebbe, dunque, che il ritratto del Solimèna sia da retrodatare al 1730 circa. Ma « parrebbe ». Giacché non è da escludere che il distico del Sostegni si riferisca a un ritratto diverso, di cui, per altro, non è restata notizia, ovvero ipotesi più plausibile aun ritratto ideale, vale a dire non dipinto mai. Sia come si voglia, in un inventario notarile rogato il 13 marzo 1744, ed elencante quadri, mobili e biancherie appartenuti al da poco defunto filosofo, sono enumerati « due quadri con ritratti della felice memoria di Giovai! Battista Vico e sua moglie, di palmi tre e due mezzo, con cornice di pero nero con stragaili d’oro », più ancora « un altro, dell’ istessa misura, del quondam don Ignazio Vico {il cosiddetto « figlio discolo » del Nostro, premorto al padre sin dal 1736). con cornice di mistura». Nel primo di codesti tre quadri è da identificare la tela del Solimèna ? La cosa è più che probabile. Certo è che tutt’e tre ricaddero nella quota spettata a Gennaro Vico, il quale, nel suo ultimo testamento (2 settembre 1805), li legò a Mercurio e Carlo Santaniello, figli del fu Filippo e