Bibliografia Vichiana II

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ISCRIZIONI VARIE

III Iscrizioni elevate su case abitate dal vico, su edifici frequentati da lui e nella chiesa in cui venne sepolto

In certe ricerche compiute circa venticinque anni fa (v. sopra p. 784, n° 4) riuscii ad assodare che il Vico nacque nella via San Biagio dei Librai, in un bugigattolo soprastante alla botteguccia di libraio di suo padre, che è quella segnata ora col numero civico 31. Sotto la finestretta di quell’angusto mezzanino è stata apposta nel 1941 un’epigrafe concepita così : IP) QUESTA CAMERETTA NACQUE IL XXIil GIUGNO MDCLXVIII GIAMBATTISTA VICO QUI DIMORÒ FINO AI DICIASSETTE ANNI E NELLA SOTTOPOSTA PICCOLA BOTTEGA DEL PADRE LIBRAIO USÒ PASSARE LE NOTTI NELLO STUDIO VIGILIA GIOVANILE DELLA SUA OPERA SUBLIME LA CITTÀ DI NAPOLI P. IL XXIII GIUGNO MCMXLI. Autore di essa è Benedetto Croce. A questo proposito non sarà privo d'interesse raccontare che, poiché allora correva 1’ « èra fascistica » e il regime aveva posto il Croce all’indice, io, nel presentare al Municipio di Napoli formale domanda per 1’ apposizione della lapide, i cui particolari tecnici vennero curati con fine senso d’arte da Roberto Pane, fui costretto a dire una bugia suggeritami dal « gerarca » mio amico, al quale si dovè l’accoglimento della domanda stessa, ossia dal povero Mario Forges-Davanzati, a cui il fascismo, che lo pervadeva, non impediva d’essere un rispettoso ammiratore del Croce e uno studioso appassionato di storia napoletana. E la bugia, stampata in tutti i giornali del tempo, fu che l’epigrafe era stata composta da me, al quale pertanto, come a presunto autore, toccò anche di assistere al « rito » carnevalesco che accompagnò lo scoprimento della lapide. La minuta autografa di essa, il carteggio scambiato tra il Forges-Davanzati, il podestà del tempo e me, nonché i ritagli dei giornali napoletani