Bibliografia Vichiana II

ISCRIZIONI VARIE

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Resta a discorrere della lapide esistente in quella che sarebbe dovuta essere in elenio la dimora delle spoglie mortali del Vico : cioè della pietra lombale fatta porre lidia chiesa dei Gerolamini dal figlio Gennaro, autore altresì dell’epigrafe correlativa, che è questa ; 10, UAPT. VICO REGIO CUM ELOQUENTIAE PROFESSORE TUM HISTORIOGRAPHO QUI IN VITA QUALIS FUERIT INGENIO DOCTRINA MORIBUS EIUS SCRIPTA SATIS DECLARANT IN QUIBUS PEHFRUITUR FAMA SUI ÜBI IN MORTE CUM CATHARINA DESTITO CONIUGE LECTISSIMA HIC LAPIS OSTENDIT VIXIT AN. LXXIV OBIIT XIII KAL. FEURUAR. AN. MDCCXLIV JANUARIUS F. MOERENT. P. A volere interpretare alla lettera le parole « übi in morte cum Catharina Destito, coniuge lectissima, hic lapis ostendit », la pietra tombale, eh’ è infissa presso la base d'una delle colonne della navata maggiore dinanzi alla cappella di Sant’Agnese, dovrebbe ricoprire le ossa del filosofo e della moglie, mancata ai vivi, quindici anni dopo di lui. il 3 giugno 1759. Né sarebbe da obiettare che, secondo i necrologi della chiesa, il Vico venne sepolto nel cenotafio detto di San Giuseppe, ossia nel terzo a destra di chi entra nella chiesa, e la Caterina nell’altro detto della Santissima Concezione. Giacché, anni dopo il 1759, e magari nel 1799, secondo, non si sa con quale fondamento, asserisce il fantasioso Ranieri nel Discorso citato più volte (v. sopra p. 672), Gennaro avrebbe potuto bene far togliere le salme dei genitori da quegli ossari comuni e comporle insieme in un’unica e, perché a loro peculiare, più decorosa sepoltura. Ma fatto sta che nel 1903 una commissione, di cui facevano parte il Croce. Eramauuele Gianturco, il conte Lodovico de la Ville-sur-Yilon e gli oratoriam Gioacchino Taglialatela e Raffaele Netti, constatò che la lapide, lungi del ricoprire un sepolcro, aderiva alla nuda terra. 59 ’