Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù, S. 267
Capo Vili. ! collegi Usuelli e Vida.
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vinciate Tedeschi che vi ponesse a direttore un Padre della Compagnia, e, ove fosse possibile, affidasse anche gli altri uffici ad alcuni de’ suoi soggetti. Il P, Provinciale acconsenti molto volentieri. Vi mandò il P. Bianchini, che aveva già fatto i primi esperimenti a Milano, e con lui un Padre Spirituale, due Padri come maestri, e due fratelli coadiutori. In quel convitto si educavano giovinetti della condizione delle persone che l’avevano fondato, e le scuole erano quattro elementari, due prime ginnasiali e tre tecniche. I Nostri convivevano coi secolari, ecclesiastici e laici, ed erano dipendenti dal circolo. In quel prim’ anno nacquero gravissime difficoltà, e poco mancò non si venisse ad abbandonare anche il collegio Vida, come si era fatto di quel di Milano. Ma questo ci era troppo caro, tanto più che appunto allora era stato intimato lo scioglimento del collegio di Bressanone, onde si volle, prima di cedere, fare ogni sacrifizio e tentare ogni via per superare quelle difficoltà. Fu fatto Rettore il P. Ermenegildo Baccolo, il quale poi governò il collegio per undici anni (dal 1876 al 1887), fu aumentato il numero dei Nostri, e si decise di perseverare in quel luogo almeno un anno ancora. Il Signore sì compiacque di benedire gli sforzi della Compagnia, e il convitto (quantunque non tutte le cose camminassero ottimamente) cominciò a fiorire dal lato della pietà e da quello degli studi, tanto che perfino le autorità scolastiche dello stato ne furono soddisfatte. Segno certo che là dentro si operava del gran bene, fu il chiasso che fece in que’ giorni la stampa liberale della città, alle accuse della quale per altro i Nostri, nè quell’anno, nè poi per gran tempo, non diedero mai risposta alcuna ; e il silenzio apparve arma migliore di qualunque altra, perchè le calunnie, da nessuno credute (tanto erano esagerate e inverosimili) altro non fecero che accrescere fama al convitto. Tuttavia la piaga principale non era ancora stata saldata, cioè le poco liete condizioni economiche dell' istituto. Il circolo non seppe trovar altra via per trarsi d’ impaccio che cederne anche la proprietà e 1’ amministrazione alla Compagnia. Questa, dopo qualche titubanza, alla fine consentì, fidandosi della provvidenza di Dio : per la qual cosa nell’ anno 1877 il collegio Vida diventò veramente collegio della Compagnia. In quell’ anno si soppressero, per parecchie buone ra-