Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù
Capo XII. La missione di Mangalore.
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che lo facevano attissimo al governo, pure tra queste era segnalata una gran compassione per tutti gli afflitti e tribolati d’ ogni maniera. Passò gli ultimi trent’ anni della sua vita in continue fatiche per le anime di quella missione, e il bene da lui operato fu veramente immenso. (1) Fu eletto a succedergli il P. Paolo Perini, il quale, essendo stato, negli ultimi cinque anni, Rettore del collegio San Luigi, e in tale ufficio dovendo conformare quelle scuole alle nuove prescrizioni del governo (gravissima e ardua impresa), introdusse grandi novità negli studi, moltiplicando scuole e professori, onde crebbe la rinomanza del collegio, e il numero degli scolari salì oltre il migliaio. Nel tempo ch’egli fu Rettore di questo collegio, venne aperto accanto ad esso un convitto per i giovani accorsi alle nostre scuole da altri distretti. Egli fu consecrato nella cattedrale di Mangalore il giorno appresso alla festa di San Francesco Saverio di quel medesimo anno 1910. 4. In questi ultimi tempi la novità di maggior rilievo è il buon successo delle industriose e sante fatiche sostenute dal P. Alessandro Camisa per la conversione e cristiana educacazione dei Korgàr. gente senza casta, e quindi in quei luoghi sì disprezzata, ch’è tenuta perfino inferiore, e di molto, a quella dei Pària, i quali pur formano, come ognun sa, l’ultima casta e il rifiuto e 1’ abominazione di tutte le altre. 1 Korgàr sono per verità assai degni che il missionario vi spenda intorno cure anche maggiori che ad altre classi della società indiana ; non solo perchè sono i più poveri e i più disprezzati, e quindi i più abbandonati e i più oppressi di tutti, ma perchè forniti d’ un' indole egregia, innocui, pacifici, pazienti, docili, e finalmente, al pari e meglio di tante altre classi, intelligenti, costumati e sani. Vedendosi così disprezzati, si persuadono anch’essi d’essere quasi una specie inferiore a quella degli altri uomini. Certamente nessuno di loro avrebbe sognato di trovarsi nel nostro asilo San Giuseppe in Qeppù.
(i) Il P. Marco Pometta citato di sopra (pag. 450, nota 1), nello stesso periodico e con lo stesso pseudonimo, pubblicò durante il cori*, anno 1914 ( Monat-Rosen , num. 5,6, 7,8, 9), una serie d’articoli intorno alla missione di Mangalore e ai due missionari (che, almeno per ragion deH’origine, si possono dire svizzeri) Mons. Abbondio Cavadini e P. Faustino Corti. Nei prossimi quaderni del detto periodico si aspettano altri articoli del P. Pometta sul P. Corti, e poi sul testé compianto Maestro Mario Capponi, parimente svizzero.