Il Molise dalle origini ai nostri giorni
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L' emigrazione guasta il contadino, avvertono altri. Chi potrebbe negarlo ? Esso, abituato oltre oceano ai grandi lavori, nei grandi cantieri, con gli alti salari clic sono dirotta conseguenza dell’ esuberante o sfrenato capitalismo industriale, quando ritorna nel proprio paese nativo sente il disagio della vita del piccolo centro, dell’ ambiente ristretto, c si disaffeziona dai costumi che gli erano stati propri nella lontana adolescenza o nella prima giovinezza. I pochi anni trascorsi da bracciante in America, ne hanno fatto un uomo esigente ; un uomo che ha bisogno della birra, dei liquori , della bistecca, ed anche a sera d' un po’ di teatro o di circo equestre. Tornato fra noi con molti bisogni nuovi, pochi dei quali può qui soddisfare, sente la nostalgia della Pensilvania nebbiosa o del Canada, e non lavora più di buon animo, poiché gli pare di lavorare quasi senza compenso, E cosi, dato fondo nelle bettole patrie ai risparmi raggranellati laggiù, si procura di bel nuovo il passaporto pel secondo o terzo viaggio, o via. Nè la serio dei malanni finisce qui. L’ emigrazione si nota generalmente turba l’armonia e la compagine della famiglia. Anche questo è vero in gran parte ; senonchè bisognerebbe pur discernere e determinare fino a qual punto la responsabilità del fatto spetti all' emigrazione in sé, o dove invece cominci propriamente la responsabilità diretta e personale dell'emigrante. Se il sentimento della patria potestà, c il rispetto che osso riscuoteva in altri tempi, sono sminuiti in guisa che fa pena rilevare; se gii infanticidi costituiscono la rubrica più comune e folta nei ruoli delle cause nelle Assise ; so 1’ adulterio s’ è fatto tanto largo nella vita dianzi cosi morale dei nostri luoghi, non pare che tutto ciò debba attribuirsi piuttosto al deficiente senso morale della gente di campagna ? Facciamo un po’ d’analisi minuta o scevra di preconcetti. Non appena un ragazzo abbia raggiunto l’età di 15 o 16 anni, quando cioè le forze muscolari cominciano ad esser atte al lavoro manuale, il suo sogno è l’America. L’America, nella sua mente confusa, 6 il paese delle meraviglie, delle fate, dell’oro. Quella sfinge lontana, che attira coi dollari e le sterline fiammanti, rappresenta per 1’ adolescente non soltanto la ricchezza, ma l'anticipata sottrazione alla potestà paterna ed al regime domestico : potestà e regime che gli sembrano tanto più gravosi, quanto più pregusta la libertà imminente della nuova sua vita. 1 genitori, desiderosi di trarre più presto utilità dal loro vivace rampollo, od in altri termini di metterne in valore la fresca energia, acconsentono al viaggio. Hanno sempre laggiù un fratello , un cognato, uno zio, al quale poter affidare le sorti del giovanotto inesporto. L'esodo degli adolescenti riesce dannoso all’agricoltura, poiché sottrae un prezioso ausilio alle industrio che le si connettono, o specialmente al guardiatico armeutizio, cui più spesso venivano adibiti ; ma in fin dei conti il nocumento non è dei più gravi.