Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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-11 professionismo molisano è bensì come abbiamo notato inegualmente distribuito sulla superficie provinciale , e per taluni rami è anzi in aperta disarmonia con l’ambiente e i bisogni; ma sovrabbondante, nel suo complesso , non è. Nè è da sgomentarsi del numero delle persone addette al culto, le quali essendo non più di 724 rappresentano appena il 2,07 per mille della popolazione presenta ; mentre nel Regno il rapporto analogo sale alla cifra di 3,94, Il numero dei preti, d’altronde, si va sempre più assottigliando in seguito ai “ Motu-proprio „ del 1906 e 1908 dell’attuale pontefice, il quale ha imposto che gli aspiranti al sacerdozio devono compiere gli studi ginnasiali e liceali in conformità dei programmi governativi ; e che l’ordinazione sacra non sarà conferita se non dopo un successivo corso quadriennale di studi teologici , da seguire non già nei seminari diocesani ma nei Seminari regionali ; che pel Molise è quello Metropolitano di Benevento. La durata e difficoltà degli studi, il dovere imprescindibile di uscire dalla cerehia diocesana, l’abolizione del chiericato esterno, richiedono un dispendio assolutamente sproporzionato alle condizioni economiche dello classi consuete a fornire sacerdoti alla Chiesa. Conseguenza di siffatta riforma di studi sacri è questa; che i giovani dì tiepida vocazione scelgono altre vie non appena in possesso della licenza liceale ; mentre quelli di vocazione forma e sincera entrano adolescenti nelle Congregazioni regolari, nel cui seno ricevono l’istruzione gratuita, e raggiungono il sacerdozio senza la costituzione del sacro patrimonio, che pure ascende a non meno di setto od ottomila lire. Siamo dunque sulla via della lenta e graduale sostituzione del clero regolare al cloro secolare, il quale a giudizio delle menti dirigenti è troppo esposto nel cozzo della vita sociale al disordine dei sentimenti c dello azioni. Ci sia consentita , ora, una breve rassegna del pubblico risparmio, a cominciare da quello delle classi alte, che si devolve ordinariamente in acquisto di rendita pubblica. L’ Amministrazione del Debito Pubblico, nell' esercizio 1910-1911 ha pagato nel Regno ai propri creditori la somma dì 390 milioni di lire: somma che data la popolazione regnicola residente in 36.845.048 abitanti, stabilisce la rendita individuale in L. 10.88. Il Molise, nella somma anzidetta, è rappresentato da un credito dì 1.409.000, il quale assegna ad ogni suo abitante il reddito di L. 3,61 equivalente al terzo del reddito individuale regnicolo. Siffatto reddito, per quanto esiguo, supera tuttavia quello riscosso in parecchie altre provinole, fra lo quali troviamo le tre provinole d’Abruzzo (al cui Compartimento agricolo venne irrazionalmente incluso il Molise), e la Capitanata, che pure nella fama tradizionale passa per la ricchissima fra le regioni dell’ex-Reame. Poggia non ha che un reddito complessivo di L. 1.326.000 ed individuale di L. 2,79; e le tre provinole abruz-