Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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La superficie generale della provincia, corno si è detto più volto, ascondo a kmq. 4381 : la sua superficie agraria e forestale è invece di kmq. 4175, In rapporto , quindi, all’ agricoltura ed allo sfruttamento dello zone boschive, la densità della popolazione maschile da lavoro è di 26,26 a chilometro quadrato ; vai quanto dire ó tale , che ad ogni uomo valido da lavoro ricade l’estensione di ettari 3,7560 equivalente in vecchia misura a 12 tomoli o tre versure. Considerando però che l’elemento femminile interviene cosi nei lavori di semina, come in quelli intermedi e di raccolta, questa quota individualo subisce in realtà una notevole riduzione. A quanto può valutarsi il montante del lavoro femminile ? Le cure della casa, dell’ alimentazione, della nuzialità e della maternità sottraggono molto tempo alla donna, o non le permettono che un lavoro manuale minore , discontinuo ed ausiliario ; lavoro che si può calcolare al quarto del maschile, vai quanto dire che il lavoro frammentario di quattro donne equivalga a quello continuo d’uu uomo. La densità della popolazione agricola da 26,62 sale a 33,86 a chilometro quadrato ; e la superficie individuale da lavoro da ettari 3,7560 si riduce ad ettari 3, equivalente a tomoli 9 ’/ 4 . o poco meno di due versuro e mezza. Siffatta quota individuale riceve qualche attenuazione dallo zone incolte o improduttive o destinate al pascolo ; senonchè , ammesso pure che venisse ridotta di un quarto, resta sempre tale da superare 1' efficienza normale di un uomo. Un uomo non può coltivare da sè due ettari ed un terzo di terra nemmeno ricorrendo alle maggesi a sole ; c l’incoltura assumerebbe proporzioni assai più vaste se pei lavori di preparazione del terreno non si adoperassero in larga misura i bovini, e dalla pluralità dei coltivatori gli equini, Un gran numero però di contadini prepara il proprio campieello col lavoro esclusivo delle braccia : o perchè non ritiene proficua 1’ opera dell’aratro, o perchè non vuole pagarne il nolo gravoso, E questo gran numero non solo si sottrae quasi del tutto al lavoro avventizio presso Ì proprietari maggiori , ma è ben lungi dall' assolvere il compito che la statistica pretenderebbe di assegnare. Ed ecco spiegati i motivi della scarsa domanda delle affittanze, della incoltura d’un gran numero di poderi, della penuria della mano d’opera, del costo altissimo della produzione, e della parvità del reddito agricolo. Un teorico (ve u’ha tanti !) che leggesse queste righe, verrebbe subito fuori col rimprovero: Perchè non usate lo macchine? Questo rimprovero difetterebbe di serietà. Tutti sappiamo che le macchine, accrescendo 1' efficacia del lavoro muscolare o sostituendosi del tutto ad esso, abbreviano e semplificano il lavoro stesso : liberano 1' operaio da fatiche insalubri ed avvilenti, e danno prodotti maggiori , migliori e meno costosi ; ma non tutti sanno (e i teorici sono del munero) che le macchine non possono circolare do-