Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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(54) Il Colosseo fu edificato nell’ epoca imperiale, ai tempi di Vespasiano e di Tito, nel periodo dall’anno Gl) all'anno 81 dell’era volgare; e cioè da 340 a 330 anni dopo la disfatta dei Sanniti. (55) Liburno è errata dizione di Taburno: il monte che sorge tra Vitulano e Solopaca, e per la sua eretta bizzarra si distingue assai bene percorrendo la linea ferroviaria da Benevento a. Caserta e viceversa. Annibaie —da quanto è dato intuire da Polibio sarebbe passato dalla Campania a Benevento, da Benevento a Morcoue e Sepino, e da Sepiuo sarebbe sceso nella valle del Fortore per poi risalirla nelle adiacenze di Bonefro e pervenire a Gerioue, colle situato tra Monto rio e Casacaienda, nell’agro di questo Comune. Secondo Livio, invece, Annibaie dalla Campania passò nei Peligni , e per Solmona volgendo ali' Adriatico pervenne alla stessa mèta (Libro XXII. XVIII). Giova però avvertire che l’itinerario polibiauo, per lunghezza, non raggiunge nemmeno il terzo dell'itinerario liviano; onde è verosimile che il duce cartaginese (che aveva fretta di raggiungere Gerione) abbia seguito quello e non questo, anche per evitare Larino , la quale per attestazione stessa di Livio era vigilata dalle legioni consolari. (56) Lo stadio romano era misura equivalente a m. 184,09 dell'attuale sistema: doude la distanza assegnata da Polibio fra Gerioue e Lucerà corrisponde a circa 37 km. quale appunto è nella realtà. (57) Cioè Casacaienda, nel cui agro è Gerioue, come si è detto nella nota (38) (58) Op. alla nota (38), volume I, libro 111-XCIX. (59) Op. alla nota (36), Libro XXII-XXIV. (60) Montesquieu (Carlo Secondai, babonu di) Della grandezza dei Romani e della loro decadenza. Milano. Edoardo Bonzogno, editore. 1833. (Confr. apag. 26). (61) Flacco Q. Orazio —Le Odi, traduzione di Tommaso Gargallo. Milano. Edoardo Bonzogno, editore. 1892. (Confr. l’ode IV, a pag. 89). (62) Nuonks Massimo Storia del Regno di Napoli dall’origine dei suoi primi popoli sino al presente. Napoli. Da Raffaele de Stefano e Soci. 1838. {Confr. volume I, a pag. 229). (63) Bkyce Giacomo Il Sacro Romano Impero, tradotto da Ugo Balzani, Dr. Leonardi Vallardi Ed. Napoli, 1886. (Scrive 1’ A. a pag. 23; “ Quando Romolo “ Augustolo, fanciullo che lo scherno del fato aveva scelto ad ultimo indigeno “ Cesare di Roma, dietro un cenno di Odoacre annunziò formalmente al Senato “ la sua rinuncia, una deputazione di quell’assemblea mosse alla Corte orientale “ per deporre lo rogali insegne ai piedi del regnante imperatore Zeuooe. L Oc“ cidente, dichiaravano essi, non abbisognare più d’ un imperatore suo proprio; “ un monarca solo bastare al mondo ; Odoacre essere adatto per suo senno e “ valore a proteggere lo stato loro, pregarsi Zenone che gli conferisse il titolo “ di patrizio e l’amministrazione delle provinole italiane. L’imperatore concesse H ciò che non potè a rifiutare, e Odoacre pigliando titolo di re (*) mantenne TufJ 1 ficio consolare, rispettò le istituzioni civili ed ecclesiastiche dei suoi sudditi, e “ per quattordici anni governò come vicario nominale dell'imperatore d Oriente.

(’) ■‘Non re d’ltalia come spesso si è detto. I re barbari per alcuni non usarono " titoli territoriali; il titolo di Ee di Francia, per cagion d’esempio fu prima usato da En“ rlco IV. Giordane dice che Odoacre non assunse mai le Insegne regali