L'elemento slavo nell'albanese della Calabria Citeriore

di qua dall’Adriatico a contatto col calabro tappa divenuto per analogia lupe. Tanto poi lo slavo quanto l’albanese, quanto il greco, quanto il calabro mi paro che rivelino la presenzi delle radici comuni alle lingue ariane da cui è derivato l’it. ciuffo: tup, zuf, ciuf, \ ts, tj | : cfr. anglsass. topp; ahd. zoph , nt. zupf , ciocca di capelli; celt. top; ngr. nvynj, cespuglio; afr. toup; nfr. toupet; friul. zuif, gradi gradi, muro, riparo, asl.; Ut. gardas, graticcio; got. gards , casa; angls. gardr, siepe. Il Meyer cita i'alb. gard-di , siepe, riparo, e crede che l’esito lituano e slavo si possano ritenere come derivati dal germanico, e non crede spiegabile la derivazione del tema alb- gard dallo slavo. — Alb. C.: gdrd, siepe, riparo. krdsta e hrdsta, terreno dove gli alberi sono tagliati, bosco dissodato, tagliato, e gli stessi alberi tagliati, nsl., ser. ; kd s trj a, bulg., cfr. lat. castrare, castrare. —Meyer: krastis , piante tagliate.— Alb. C.: krasti, krastis, denominazioni locali. Il nome nei territori slavi è frequente per designazioni locali: hrdsta, krasta, harastaije, e corno continuatore slavo si estende pure ai territori friulani neU’esito krastis. Tuttavia il meridionale e sic. grasta vaso da fiori, e per similitudine, terreno ben coltivato, per l’Alb. C. dissuaderebbe dalla origine slava. ìcrévet — piccolo letto, ser.: Blandius: kréret-i, crévet, grabatus, lat, gr., KsDc(iccrog. —Meyer: krevét , letto. Lo dice derivato all’albanese dal serbo, e questo dal ngr. xQsfi(ìdTi.~-A\b. C.: hriévet, letto, guanciale. Resta dubbio se nell’albanese sia entrato per la trafila slava. Meglio sarà attenersi alla base lat, grabatus a cui il De Gregorio attribuisce oltre al fr. lelt. grabat anche l’ant. it. grabato. (Cfr. Studi glottol. it. Ili 272).

kulcdvica cuculo, nsl., ser., Icukóvid, bulg.—Rossi: kukavitsg-a: cucavizzea , cucuveggia; cucavaz-a , civetta.—Meyer ; kukumjc, kukuvaike, civetta ; gr. ktikuvis; ngr. xovwovfidiyut; etc. — Alb, C.: kukuvélja, e kukuvi civetta; kuku, il cuculo.

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