L'elemento slavo nell'albanese della Calabria Citeriore

Da per tutto mi sono sentito ripetere nelle mie ricerche gli stessi esiti e le stesse forme, salvo qualche leggera variazione dovuta a maggiore o minore influsso del calabro. Sicché si può ritenere che l’albanese della Calabria Citeriore abbia un substrato lessicale omogeneo. Una varietà, fonica, un dualismo, soltanto si avverte nella prònunzia della a originaria, che a Vacò arizzo ha il suono di a naturale, come a Scutari, mentre aS. Demetrio e in tutti gli altri luoghi ha il suono di e cupa, con tendenza aIF o ; Vaca, hdn, fare, S. Dem. ben ; Vace. màm, madre, S. Dem. meni ; Vaco. fiidn (ghian), tu trovi, S. Dem. fii'én ( ghien ); da una base lat. g lande a , ghianda. Vaco, friande, S. Dem. fiiende. Quanto all’elemento slavo, nell’albanese di Calabria Citeriore si coglie un discreto contingente di voci slave, e per esse resta evidente che gli Albanesi devono esser venuti nella Calabria Citeriore da luoghi dove avevano sentito contatto immediato con Serbi e Bulgari. Talvolta la voce slava che figura nell’albanese d'oltre Adriatico manca nell’albanese di Calabria, e v’è sostituita per lo più da voce greca , o da voce italiana. Prescindendo dal fatto che f nell’Albania la lingua aveva un fondo antico spiccatamente greco, con ulteriori sovrapposizioni latino-italiche, specie lungo il litorale adriatico, e slave più recentemente, conviene rilevare in proposito che sugli abitanti esercitavano costantemente influsso speciale due correnti di lingue, la slava da nord e oriente, la greca da sud, insieme all’italica meno sensibile da ovest, e che talvolta due voci, la slava e la greca, ad un tempo avevano valore ed erano in uso per esprimere lo stesso concetto, sopravivendo entrambe, o, come avviene di notare presso gli Albanesi di Calabria Citeriore, V una cadendo in disuso o sopravivendo a vantaggio o a detrimento dell'altra.

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