L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

i/ ITALIA E LA (QUESTIONE DEL CALENDARIO

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dallo Scaligero, che non solamente abbraccia tutti i tempi storici, ma permette di riannodarvi tutte le altre cronologie conosciute fino a lui. Di più, col solo premettere, alla data della medesima, un 1 seguito da un numero convenzionale di zeri (1, 10, 100, 1000, 10000 etc.) la si può allungare indefinitamente nel passato, tanto da farle abbracciare non solo tutti i periodi storici delle nuove scoperte, ma eziandio i periodi geologici e qualunque altro, reale od ipotetico ; senza neppure escluderne quello, se ci fu, in cui la terra non sarebbe stata che una nebulosa. Basterebbe separare con una virgola o, meglio, con un accento, la cronologia dei periodi storici dalla precedente, e tutto sarebbe ottenuto senza la più lieve complicazione di calcolo. Così, se i dotti si accordano a premetterle dieci zeri. 1 anno corrente 6618 di quella cronologia, che corrisponde al 1905, diventerebbe Ìdooooooooo / G6lB, Ciò detto, torniamo alPunideazione del Calendario civile , os sia delle date, che importa, ben distinguere da quella delle feste. Che I’ unificazione delle feste in tutta la Cristianità sia una questione affatto diversa e ìndipendente dall' unificazione del Calendario civile, lo prova il fatto che i Protestanti di Germania adottarono, nel 1700, il Calendario gregoriano, pur riserbandosi di determinare la Pasqua non più con cicli come aveva ['atto, fino dal terzo secolo , tutta la Cristianità ma con osservazioni astronomiche, ciò che fecero infatti fino al 1747 : sicché talvolta, nell’ intervallo, la Pasqua protestante non coincidè colla cattolica. Xe è altra prova, e questa perentoria, il fatto elm, nel 1873, il Giappone, abbandonato il calendario lunisolare cinese, adottò il gregoriano senza essere, per questo, diventato meno pagano di prima. Finalmente ne è terza prova, e che fa specialmente al caso nostro, il fatto che gli Ortodossi sudditi dell’ Austria-Ungheria, nella Bucovina, in Transii vania, in Croazia, nella Slavonia, in Dalmazia, nella Bosnia e nell’Erzegovina, seguono, nella vita civile e politica, il Calendario dello Stato cioè il gregoriano, mentre si attengono, per le feste, al Calendario dei loro correligionari, cioè al giuliano. Ciò premesso e riserbandomi, giacché P unificazione delle feste è, fino ad oggi, tuttora collegata, nel mondo ortodosso, a tutto il resto, di tornare brevemente anche su di essa, fo qui osservare che, dal 1900 in poi, l’incaglio creato dalla diversa regola di intercalazione più non esiste. La ragione è questa che, anche secondo la regola gregoriana di intercalazione, P anno 2000 sarà bisscstile; sicché ciò che caratterizza