L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

18

L' ITALIA E LA QUESTIONE DEL CALENDARIO

esattezza astronomica il bissestile, quando avvenga che.P equinozio abbia luogo troppo presso alla mezzanotte del meridiano iniziale. Ma checché ne sia, per tornare a noi, della preferenza da darsi alla successione indefinitamente regolare e costante delle stagioni alla medesima data del Calendario, sulla regolare e costante successione dei bissestili, anche questo incaglio è effettiva mente e felicemente levato, mediante l’identica successione dei bissestili nei due Calendari fino al 2100. Occupiamoci del nostro vivere ; della propria vita avrà cura la posterità del XXII secolo. Pertanto, al principio del XX secolo, tutto si riduce, in pratica, all’ unificazione delle date. Che il mondo ortodosso celebri la Pasqua e le altre sue feste insieme a tutto il resto della Cristianità, è questo un desideratum , la cui realizzazione dipende dai rappresentanti delle varie Chiese ortodosse, ma che bisogna assolutamente distinguere dall 5 unificazione delle date. Soltanto sotto la penna di Ortodossi che temono qualunque riavvicinamento al resto dell' Europa ; sgomentati, si direbbe, dallo spettro del pericolo di coricarsi la sera a letto Ortodossi per risvegliarsi P indomani, grazie al Calendario, Cattolici malgrado loroj soltanto, dico, sotto la penna di questi residui di un pensiero cinese-ortodosso, l 5 unificazione delle feste può venir dichiarata « inseparabile » da quella delle date ; modo indiretto ma efficace di rinviare V una e V altra a delle Calende che non sarebbero più soltanto greche ma slavorumeuo-greche. Fortunatamente, e se ne avrà tosto la prova, nelle alte sfere ecclesiastiche ciò che, nel caso nostro, equivale pure a governative sia della Russia che del piccolo ma valente Montenegro , prevale 1' opposta nozione. Ne segue che se, fino al 1900, V adozione, da parte degli Ortodossi, della regola di intercalazione gregoriana poteva, venendo falsamente rappresentata come un omaggio, non già alla scienza internazionale dell 5 Occidente ma alla persona del Pontefice, rendere esitanti degli Ortodossi onestamente convinti di servire, coll 5 opporvìsi, gli interessi della loro nazione o della loro religione, dal 190«.) in poi la posizione dell 5 ortodossia di fronte al mondo civile è interamente mutata. Se la Russia e gli Stati coreligionari credono del loro interesse l 5 isolarsi, nella celebrazione delle feste, da tutto il resto della Cristianità, è questo un affare che li riguarda ; deplorevole quanto si vuole ma, alla fine dei conti, un affare in cui al mondo civile non vieu riconosciuto il diritto di immischiar-