La diplomazia europea

46

V eqidl ih rio tjì 'eco

conteso tra Sparta e Tebe, gli ateniesi tentarono di contrappcsare, associandosi a' più deboli: favoreggiarono Tebe contro Sparta, finché Epaminonda non vinse a Leuttra, quindi s’unirono al vinto, dissero per generosità, ma veramente per gelosia contro i vincitori. Demostene, nell'orazione a prò de’ megapoi itani-, pone in principio che I 1 interesse di Atene richiede Sparta e Tebe ugualmente deboli, ma la condizione di Tebe allora dando a dubitare, v’era a temere che non soccombesse nella lotta impegnata con la sua rivale; d’altro canto se Sparta trionfava di Megapoli, men resistenza avrebbe trovato in Messene, e quell'aumento di potere, mentre Tebe era così prostrata, avrebbe potuto distruggere il contrappeso che Atene si sforzava di conservare: fu perciò che Demostene arringò a favore dell’alleanza di Megapoli. Ma i consigli del sommo oratore non furono seguiti dagli ateniesi, e gli sforzi di lui, quando più tardi rambizione di Filippo minacciò l’esistenza di tutti gli stati della Grecia, per far comprendere tanto a’ suoi compaesani, quanto agli altri stati il pericolo di lasciare ingrandire così visibilmente la potenza macedone, andarono a vuoto, solamente la lega tra Tebe e Sparta