La diplomazia europea

la pace di Breslavia

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guenze, Luigi XV con il suo solito languore disse: « Noi non abbiamo che una cosa a « fare, cioè di restare sul monte Pagnotta ». A che il marchese di Souvrè replicò vivamente; « Vostra Maestà ci avrà freddo, per« che i suoi antenati non ci fabbricarono ». L'ambiente di corte voleva la guerra all Austria. e poiché era ancora primo ministro il cardinale di Fleury, vecchio e pacifico, non lo si voleva più, si voleva un uomo di guerra, e un nome si faceva da tutti, quello di Belle-Isle, e quel grido di guerra fu inteso. La prammatica sanzione, che per trentanni aveva preoccupato l'imperatore Carlo VI, ma garantita alfine da tutta Europa, sembrò morta con lui, e si voleva smembrare l’Austria, e tutti correvano per quel bottino. La guerra per la successione austriaca fu una prova dell’equilibrio politico, di già stastabilito in Europa: si voleva smembrare l’Austria; ma, contro ogni aspettativa, l’Austria restò. Federico 11, riflettendo sulle conseguenze di quella guerra, dice; « Dacché « l’arte della politica seppe stabilire una « bilancia di potere tra i regnanti, le grandi « imprese producono di rado gli effetti che « parrebbero ad aspettarsi, forze uguali da « un lato, e l’alternativa di perdite e di