La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato
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della pace, ma il pontefice non fu di <piesto parere, essendo « inopportuno trattare la stessa cosa in duo luoglii » (1). Nel frattempo giunsero a Roma le condizioni discusse a Rati sbona. Ferdinando II esigeva la distruzione del forte Urbano, e l’esclusione dei Veneziani dalla pace (2). Queste condizioni indignarono grandemente il pontefice, che protestò contro la pretesa di demolire il forte Urbano, perchè «non havendo preso parte alla guerra, non doveva essere mentovato nella pace ». Quanto poi alla esclusione dei Veneziani, il papa prese molto a cuore la causa loro « non per benevolenza verso i Veneziani i «piali potrebbero meritare molto più di quello che non fanno l’amore delia S. Sede », ma spinto da personali interessi (3). Ed ecco le cose di Germania precipitare ad una miserevolissima catastrofe, abbassarsi ad uni tratto la soverchia potenza di Casa di Absburgo; spogliar sè stesso e rendersi a un dipresso inerme il più potente imperatore, che inai avesse retto la Germania, dominatore assoluto dalle provili eie di Lombardia fino allo coste del Mar Baltico. Ferdinando II si privò del Vallestein non solo, ma anche della maggior parte del suo esercito, rese Mantova al duca di Nevers, e, chiudendo lo orecchie alle rimostranze di Spagna, accordò all’ltalia la pace, determinata a Ratisbomi in suo pregiudizio. E questa pace non ebbe nemmeno in appresso «pad l'esegui monto, che si era convenuti di dargli nei trattati di Ratisbona c di Cherasco imperocché il Richelieu, connivente il papa, soperchiò la Spagna e Cesare, annettendo Pinerolo alla Francia. Gli Spaglinoli diedero nelle furie gridando esser traditi, sotto la fede del papa. Col trattato «li Ratisbona si stabiliva per l’ltalia: 1° che Vittorio Amedeo, in forza dei diritti di Bianca di Monferrato o diritti posteriori, avrebbe avuto parte del Monferrato fino all’entrata annua di 18,000 ducati ; 2° che i diritti della Lorena fossero soddisfatti all'amichevole, od esaminati da S. VI. Cesarea entro lo spazio di sei mesi; 8° che al Guastalla fosse data ima pensione di GOOO scudi d oro, rappresentata dalle tre terre di Bozzo! o-Puzzana, Suzana, e Reggi do ; 4° che il Nevers scrivesse la lettera di scusa, e che l’imperatore, ad istanza del pontefice, concedesse le investiture di Mantova e di Monferrato ; 5° che fino all’arrivo delle investiture, l’imperatore conservasse presidi in Mantova e Canneto, e la Francia conservasse le 4 città di Avigliana, Susa, Pinerolo e Bricherasio, ma che. concesse le investiture. tanto la Francia quanto la Germania avrebbero sgombrato i suddetti posti; 6° che il Piemonte, la Francia, la Spagna e Venezia sgombrerebbero i luoghi occupati ed abbatterebbero le fortezze innalzate (4),
(1) 14 Ottobre 1680. F. Barberini al Card, di Bagno (Ardi. seg. del Yat,, Cifre di Francia, Codice LXXXVII, N. 73, Doc. XLYII). (2) 21 Settembre 1630. F. Barberini al Bocci (Ardi. seg. del Vat, Cifre di Germania, X. 120, Foglio 188, Doc. XLVIII). (3) 6 Ottobre 1630. F. Barberini al Rocci (Ardi. seg. del Yat., Cifre di Germania, N. 120, Foglio 204, Doc. LUI). (4) 13 Ottobre 1630. Trattato della Capitolazione di pace, firmato a Ratisbona (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania , N. 120, Foglio 227, Doc. LIV).