La politica antitaliana in Austria-Ungheria

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LA POLITICA ANTITALIANA IN AUSTRIA-DMGHERIA

sissime, perchè per argumentum a contrario vengono ad ammettere resistenza di un irredentismo, quale lo dipingono le autorità austriache, che domani magari manderanno di nuovo degli ufficiali periti in qualche processo per alto tradimento contro italiani a provare sulla base di queste pubblicazioni l'esistenza del pericolo italiano per lo stato e se ne serviranno come di preziosi documenti in altri casi di bisogno. Così pure fu dannoso l'articolo di Graziadio Aacoli nella Nuova Antologia del 1904, ancora citato dagli avversari delruniversità italiana a Trieste, in cui credeva di poter spiegare

larga messe di acute osservazioni specialmente sulle condizioni politiche e sociali degli slavi e degli italiani nella Venezia Giulia e sui rapporti fra questi due popoli, se non avesse alcuni errori fondamentali prodotti dall’ambiente triestino, in cui vive l’autore combattendo e polemizzando (lo si sente nello stile, nel linguaggio talora astioso del libro). Principale errore, comune anche ad alcuni articolisti della Voce, quello di voler generalizzare il fenomeno irredentista e di attribuirne l’ideologia a tutto il partito liberale italiano, mentre è notorio che tutte le cariche pubbliche in posti di qualche responsabilità dei partiti liberali italiani di tutte e cinque le province sono in mani di persone serissime, che per la loro estrema correttezza verso le autorità dello Stato sono spessissimo bersaglio di attacchi da parte dei seguaci più radicali, i quali però sono sempre tanto esigue minoranze, che i capi legalitari rimangono ai loro posti. Basti qui ricordare gli attacchi (anche quelli non sinceri del socialista Lavoratore , di cui fu redattore il Vivante) contro i podestà Sandrinelli e Valerio di Trieste, contro l’on. Rizzi di Fola e Fon. Zi botto di Zara per la loro partecipazione alle feste delio Stato, ai banchetti o ai ricevimenti ufficiali. Proprio in questi giorni la direzione del partito italiano liberale in Dalmazia esprimeva con tutti i voti contro uno solo la sua piena fiducia nel capo del partito on. Ziliotto, accusato da alcuni seguaci più radicali (e più ingenui !) di far parte del comitato provinciale del Flottenverein austriaco. L’autore poi ignora tutti gli sfacciati favoritismi, spesso illegali, che le autorità austriache usano agli siavi contro gli italiani e si compiace a considerare gli slavi oppressi, mentre sono essi, che muovono all’assalto su tutta la linea contro le posizioni italiane e proclamano di voler gettar a mare gli italiani. L’autore poi, che nega la possibilità che Trieste mai appartenga all’ltalia, perchè ne morrebbero i suoi commerci venendo mancar loro il hinterland , ammette invece, che Trieste possa esser una volta il porto di una grande Jugoslavia; dimentica però, che anche cosi perderebbe gran parte del hinterland , tutta la parte settentrionale tedesca. Del resto mi paion tutti questi argomenti contro mulini a vento. C’è o non c’è questo irredentismo tanto pericoloso ? ha o non ha il governo austriaco ragione di temerlo? No! e quindi perchè prenderlo tanto sul serio, assecondando così gli accusatori austriaci, sloveni e croati, che pubblicano gongolando tradotto il libro di Vivante nei loro giornali fvedi Hrvatska Kruna di Zara).