Le progrès des arts dans la République : poème : précédé d'un discours sur le même sujet : suivi d'un autre poème intitulé Dieu et les Saints; de quelques vers sur les victoires de Buonaparté; des Doléances du Pape et de nouveaux Hymnes civiques

RÉPUBLICAIN. 29 Della memoria al tempio ei la vede riporre L’almanacco che un papa (1) fè nna volta comporre; E il Braschi, successore di dritto ereditario, Cader coi santi e i martiri del suo gran calendario. Già la superstizione more insieme cogl idoli.

Ma a che giovau, direte, tanti discorsi frivoli ? AI punto. — Eccomi ; e voi, senza perder gl istanti, Ascoltate le aringhe di sei rappresentanti.

Ir presidente, in piedi, spiegasi in tali accenti: Cittadini, per certo i vostri voti ardenti Sono per la Repubblica ; in lei forza e vigore Bramate, e di vederla adeguare in splendore L’astro brillante , a cui-la naturainfinita Deve, ad un tempo stesso, e la luce e la vita. Se cosi è, la ragione, con sua pura chiarezza, Puo sola del suo fronte illustrar la bellezza; La ragione è del bene il principio fecondo, Gli stolti pregiudizj, la disgrazia del mondo.

Trorro tempo gemette sotto il peso gravoso La Francia del lor giogo nemico e vergognoso; Scosso ha omai la tirannide con braccio forte e audace. Del penetrante ingegno alla brillante face

(1) Fu Gregorio XIII che ordind a matematici, e fra gli altri a Luigi Lilio, la riforma del calendario. Quella riforma , felicemente eseguita, fu utile a molti riguardi; ma propagè essa gli errori del fanatismo, e la considero solamente in questo punto di vista. Scrivo più contro il fanatismo che conro il calendario gregoriano.