Le progrès des arts dans la République : poème : précédé d'un discours sur le même sujet : suivi d'un autre poème intitulé Dieu et les Saints; de quelques vers sur les victoires de Buonaparté; des Doléances du Pape et de nouveaux Hymnes civiques
RPEPAUTBPEMT CAN GE
Gesù fu tutto amore ; la sua filantropia
Non s’accordd giammai coll empia tirannia,
Ad un mortal si buono convenia decretare
Una corona civica e non mica ur altare....
Ma risuscito cristo , forse potrete dire;
Pud dunque un Diorinascere ? pud mai un Dio morire ? No, giacchè da noi dunqne la menzogna è sbandita , Celebriam la Virtude, e sia Pasqua finita.
La modesta virtude, compagna del sapere, Ünita ai gran talenti suol talvolta parere; L’ingegno pure ha il dritto d’essere celebrato; Sia Paugusto suo fronte d’allori e frondi ornato. Sopra tutto al lavoro il popol renda omaggio; Del povero l’intenso lavoro è l’eritaggio;
Ei nel sen della terra cela i tesori suoi; Popolo, per rapirli raddoppia 1 sforzi tuoi.
L’oPiN1oNE maligna, ma perd necessaria,
Fu chiamata del popolo la regina arbitraria. AI di lei tribunale conduci i magistrati,
Popolo, e sien da lei i passi lor guidati.
Ognor fu la facezia l’arma-tua naturale; :
Delle leggi al nemico lancia il pungente strale: Fa arrossir Pigsorante; fa tremare il briccone; Ma conviene distinguere Socraie da Cleone. Cleon dei magistrati fu di tutti il più ingiusto; Delle virtù il modello sempr” è Socrate il giusto. Motteggia senza offendere, e del genere umano Non inseguire il sagsio, la cicuta alla mano.