Per un'intesa economica fra l'Italia e l'Austria

esso non perderà in tutto o in parte la sua potenzialità bellica. Ma un altro danno deriva all’economia dagli armamenti, cioè la sottrazione di forze produttive a causa del servizio militare. Nella maggior parte degli Stati si cercò di rimediare in parte con misure legislative, le quali però dovrebbero essere ampliate. Ricordo la necessità di esentare dall* obbligo del servizio militare attivo coloro che esercitano professioni particolarmente necessarie all’economia nazionale, poi i connazionali che commerciano all’estero, affinchè l’esportazione nazionale non venga danneggiata; ricordo ancora la necessità di dare maggiore estensione al diritto al volontariato d’un anno, per liberare dall’aggravio della ferma biennale o triennale non solo le professioni più elevate, ma anche l’industria e il commercio. Rammento le difficoltà che provano i congedati quando dopo finito il servizio militare ritornano alla professione ; tanto che si sono fondate associazioni speciali per facilitare il ritorno dei soldati alle professioni borghesi. L’agricoltura soffre della mancanza di braccia, derivante non soltanto dal fatto che le città e le industrie attraggono l’elemento campagnnolo, ma pure perchè i soldati, i quali benché contadini, hanno soggiornato per ragioni di servizio in qualche città, spesso desiderano di non più ritornare all’antica professione. In alcuni paesi, fra cui l’ltalia, si cerca di rimediarvi mediante l’istruzione agricola impartita ai soldati, ma con quale risultato non lo sappiamo ancora. A questi, ch’io chiamerei danni professionali degli armamenti, si oppone che il servizio militare costituisce un’educazione per il popolo, giacché i soldati si abituano alla disciplina e gli analfabeti imparano a leggere e scrivere, ecc.

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