Bibliografia Vichiana I

COMMEMORAZIONI, ALLOCUZIONI, ELOGI

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poletani di quell’anno, dovè trarne dal testo a stampa copia manoscritta, posseduta dalla Società napoletana di storia patria, codice segnato XIII. h. 7, ff. 46-71. A ogni modo, esso consta di 51 pagine numerate più una innumerata in dodicesimo, e a’ intitola « Panegyricus Philippo V Hispaniarum Indiarumque et Utriusque Siciliae potentissimo regi t a lohanne Baptista a Vico, regio eloquentiae professore, inscriptus, dicatus (Neapoli, M.D.CCIL, typis Felicis Mosca, superiorum permissu) ». Dei tre scritti successivi basterà dire che il quarto fu pubblicato primamente, col nome arcadico di Làufilo Terio, nelle Notizie degli Arcadi morti nell'anno 1720 (Roma, 1720), 1, 293 sgg. ; che il quinto e il sesto vennero inseriti nella terza e nella quarta delle miscellanee poetiche descritte qui sotto nel secondo paragrafo del capitolo ottavo ; che tutti tre furono poi ristampati dal Villarosa, Corcia, Ferrari (I e lì), Jovene e Pomodoro ; e il sesto anche dal Giordano nella Lettera e nitri pezzi citati sopra (p. 54). La breve allocuzione mentovata sotto il numero 7 fu data alla luce, col titolo Carolo Borbottio, Utriusque Siciliae regi, regia neapolitana Academia, e forse su una minuta oggi dispersa, dal Villarosa, salvo a passare poi nella prima raccolta del Ferrari e in quelle che ne derivano. S’ è discusso molto se fosse recitala il 30 ottobre 1736, quando Carlo si recò a visitare privatamente il restaurato Palazzo degli Studi (oggi Museo Nazionale), ovvero il 4 novembre successivo, quando vi a’ inaugurò con grande pompa 1’ anno accademico. Eppure il Nostro non potrebbe dire più chiaro che nei giorni immediatamente posteriori alla riconquista borbonica del Regno e al dispaccio, giunto a Napoli il 15 maggio 1734, col quale Filippo V dichiarò il figlio «Neapolis regem», l’Università degli Studi, volendo, alla guisa medesima di altri istituti cittadini, recarsi alla reggia per congratularsi col nuovo monarca, aveva dato incarico a lui, Vico, come a decano, di redigere e recitare questo complimento. Infine, dell’ ottavo scritto ultima prosa latina conosciuta del Nostro —esistono due abbozzi autografi, rilegati rispettivamente, ciascuno con numerazione a sé (pp. 1-8 e 1-15) nei due codici della Nazionale di Napoli segnati XIII. D. 80 e X111.H.59, cioè, come s’è visto (pp. 51-52), in quelli contenenti le Correzioni terze e quarte alla seconda Scienza nuova. Ma il