Bibliografia Vichiana I

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VERSI

(in Vinegia, per lo Gonzatti, 1693, con licenza de’ superiori) ». Di esso non si conoscono se non due esemplari : uno, mancante di quattro pagine, si serba tra le carte vicinane ora della Nazionale di Napoli ; l’altro, integro e con una correzione autografa, è pervenuto alla collectio del Croce per dono del compianto Raffaele Cotugno. Sembra, per altro, che, non ostante l’indicazione del tipografo veneziano Gonzatti, lo si stampasse in Napoli : il che è da ripetere, e con probabilità ancora maggiore, nei riguardi del secondo opuscolo, anch’esso giunto a noi in due soli esemplari conosciuti, custoditi rispettivamente tra le anzidetto carte vichiane e nella collectio del Croce ; l’uno con dedica autografa, poi cancellata, « al signor Tomasso Carapelle » ; l’altro con dedica mutilata dal legatore («... il mio gentil signore e maestro il signor don Agnello Remondifni]... ») e una correzione a penna parimente autografa. Consta di quattordici pagine in ottavo, che s’intitolano « Canzone in motte del signor don Antonio Caraffa, generale delle armi imperiali nella Ungheria di Giovan Battista de Vico napoletano, tra gli accademici Uniti di Napoli il Raccolto. Allo eccellentissimo signore il signor don Tomasso d’ Aquino prencipe di Feroleto, conte di Martorano &c. (in Vinegia, per lo Gonzatti, 1693, con licentia de’ superiori) ». Inutile quasi avvertire che il Carafa qui lacrimato è colui appunto del quale, vent’ anni dopo, il Nostro imprenderà a scrivere la biografia (v. sopra pp. 77 sgg.). Terzo opuscolo è quello di ventisei pagine in quarto, recante il titolo di « Canzoni in lode della serenissima Altezza elettorale di Massimiliano duca di Baviera, composte da Giovan Battista de Vico napoletano », e la data, questa volta più veritiera, « in Napoli, MDCXCIV, presso Io De Bonis, stampatore arcivescovile » : il quale De Bonis, di nome Novello, era compaesano, in quanto maddalonese, e anche « compare » di Antonio Vico (il padre del Nostro), allora ancora vivo ed esercitante la professione libraria. Inoltre, sebbene non pervenutaci se non attraverso una ristampa del 1723, stampata sin dal 1694 in un opuscolo oggi introvabile dovè essere una canzone per le nozze dell’ anzidetto Massimiliano Emmanuele di Baviera con Teresa Cunegonda Sobieski, celebrate appunto in quell’ anno. Ultimo opuscolo, e di otto pagine innumerate in quarto, è la « Canzone di Giambattista Vico nella promozione della Santità