Bibliografia Vichiana I

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un’opera per commissione

nei quali, per mostrare necessario quell’acquisto, si traccia una storia dell’origine della cultura e della filosofia presso le nazioni antiche (celti, etruschi, etiopi, persiani, ecc.), con particolare riguardo alle scuole filosofiche greche e romane. Il secondo, intitolato a sua volta Per istradare i nobili giovani all'acquisto delle anzidetto scienze, si dimostra Vindispensabile disciplina dell'educazione, indi qual debba esser il metodo che ad un siffatto allevamento conviensi, è diviso in sessantasei paragrafi, ed esibisce ragguagli sull’educazione presso gli antichi, discettazioni sulle qualità del perfetto « allevatore di nobili » e discussioni sul tema se sia preferibile l’educazione privata o quella dei collegi. L’autografia è indubbia, senza dire che nel corso dell’opera ricorrono frequenti tracce dello stile del Vico e frasi sue caratteristiche. Ma la trivialità dell’erudizione e dei concetti direttivi rende lo scritto indegno affatto dell’autore della Scienza nuova, della quale cosa ancora più strana si combatte quasi con disprezzo, e come opinione di « qualche nostro scrittore moderno », quella riduzione di Orfeo a carattere poetico o mito di cui il Vico fa uno dei capisaldi dell’opera sua. Per queste ragioni, il Croce, nella vecchia Bibliografia (pp. 27-28), pensò che in quel manoscritto il Nostro non facesse se non dare forma letteraria a un lavoro altrui ; ipotesi che l’avere poi il medesimo Croce posto le mani su «La disciplina del cavalier giovane, divisata in tre ragionamenti, di Nicola Gaetani dell’Aquila d’Aragona, signore di tutta la famiglia (in Napoli, MDCCXXXVIII, nella stamperia di Gennaro e Vincenzo Muzio)», e l’avere egli constatato che i due primi ragionamenti corrispondono a capello al manoscritto vicinano, ha convertita in certezza documentata. S’è già veduto (p. 99) che il Vico fu costretto altresì a fare da censore civile all’opera ; il che, all’atto pratico, significò doverla encomiare ufficialmente anche e soprattutto per ciò che nessuno meglio di lui sapeva che non c’era : « scelta erudizione, profonda dottrina, fino giudizio intorno al sapere e a tutte le parti sue ». Al che è da aggiungere che già nel 1732 il Gaetani, nel dare alla luce l’altro libro Avvertimenti intorno all'animo umano nel quale chissà quanta farina sarà di sacchi altrui, se non, già una prima volta, del sacco vichiano, - non solo aveva sollecitato dal Nostro un elogio epistolare da rendere pubblico, e, non contento della forma il cui il Nostro lo aveva redatto, glielo aveva rimandato perché lo riscrivesse (Vico, Opp.,