Bibliografia Vichiana I

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EDIZIONE NICOLIN!

meno il De rebus gestis Antonii Caraphaei e in più l’Autobiografia e anche gli scritti accodati dal Ferrari al primo volume. Seguì nel medesimo anno 1858 il volume secondo (di pagine xii-271, più tre innumerate) intitolato « Dell' unico principio ed unico fine del diritto universale di Giambattista Vico. Versione italiana», ecc., e contenente nelle pagine noverate con numeri romani la Sinopsi, in quelle con numeri arabi il De uno. Dal secondo volume si saltò al quarto (di pagine xiv-201216), messo fuori nel 1859 e recante parzialmente il frontespizio del quarto della Ferrariana : parzialmente, perché esso dà la prima Scienza nuova e le Vindiciae (non tradotte), ma non, come s’è visto, l’ Autobiografia, bensì, con numerazione a parte, il De rebus gestis Antonii Caraphaei (neppure esso tradotto). Tennero dietro nel 1860 i volumi quinto e sesto (rispettivamente di pagine xvi-348 e viii-358), identici, per titolo e contenuto, al quinto e sesto ferrariani. Ultimo, per allora, cioè nel 1861, fu il terzo volume (di pagine 416), intitolato « Della costanza del giurisprudente. Versione italiana », ecc. Quattro anni dopo (1865), i Morano pubblicavano, e questa volta con la dicitura «presso i fratelli Morano», un settimo volume supplementare di 134 pagine, intitolato « Istituzioni oratorie e scritti inediti di Giambattista Vico » e contenente i due Ragionamenti pubblicati dal Del Giudice (v. sopra pp. 57-58), la lettera al De Vitry, inserita già dal Pomodoro nel volume sesto, .più ancora le Institutiones oratoriae secondo l'edizione Tipa con a piè di pagina la versione del Parchetti. S’è poi già veduto sopra (p. 12) che gli stessi fratelli Morano, editori nel 1869 delle Cinque orazioni inedite, ecc., le fecero divenire, con l’aggiunta d’un «occhio», ottavo volume della loro edizione delle Opere.

VIII l’edizione nicolini

Sin dal 1904, nell’avvertenza premessa alla vecchia Bibliografia, il Croce formolava l’augurio che qualche sodalizio scientifico, « risparmiando tempo e danaro in lavori meno fecondi, volesse assumersi 1’ onore e 1’ onere » d’ una nuova e critica edizione degli scritti del Vico. Tuttavia nessun’accademia aderì all’invito : tanto che bisognò attendere che nel 1910 l’editore.