Bibliografia Vichiana I

VINDICIAE

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della forma latina. Difetti, che, bene evidenti nel testo a stampa, nel quale il Nostro, pure aggiungendo alcuni brani, ne espunse molti altri e, generalmente, attenuò o soppresse talune qualificazioni troppo irose, ci si presentano potenziati in un’antecedente violentissima stesura manoscritta. Rilegata, insieme con altri autografi vichiani, nel codice XIII. B. 80 della Biblioteca Nazionale di Napoli e redatta, malgrado le parecchie giunte e correzioni marginali e interlineari, con la chiarezza grafica abituale nel Vico, essa consta di sedici fogli (32 pagine) numerati da 1 a 15 dall’ autore medesimo, che lasciò innumerato il sedicesimo, riempito in tutt’e due le facciate da altre più lunghe giunte e correzioni, intitolate Mutanda, addenda, reseranda, corrigenda. Naturalmente, non è qui il luogo di additare le molte e sovente estese varianti che la distinguono dalla stesura definitiva : tanto più che le principali sono recate dal Nicolini nella sua silloge delle opere vichiane (111, pp. 345-51). Va soggiunto piuttosto che la redazione a stampa, esibita da un opuscolo impresso nel medesimo formato della Scienza nuova prima (ma in caratteri tanto più grossi da occupare xii-72 pagine) e pubblicato nella seconda metà del novembre 1729 — Vimprimatur del Collaterale è del 15,—reca in un « occhio»: «Vici Vindiciae», e nel frontespizio : «J. Baptistae Vici Notae in ‘ Acta eruditorum ’ lipsiensia mensis augusti a. MDCCXXVII, übi inter ‘ Nova literana ’ unum extat de ejus libro, cui titulus : ‘ Principi di una scienza nuova dintorno alla natura delle nazioni ’ (Neapoli, MDCCXXIX, typis Felicis Mosca, ex publica auctoritate) ». Senonché sin dal 19 ottobre il Vico aveva preparato una lettera latina, che avrebbe dovuto accompagnare l’esemplare destinato al Mencken, il quale esemplare, per altro, non si capisce bene se, a suo tempo, non partisse più per Lipsia o partisse senza quell’accompagnatoria. A ogni modo, il Nostro, dopo avere inserita questa ne\VAggiunta alVAutobiografia ( Opp., V, 69 - 70), riattaccandola a un largo riassunto delle Vindiciae stesse ( ibidem, pp. 67-69), aggiunge che, quantunque « fusse condotta con tutta onorcvolezza, egli però, riflettendo che, pur così, avrebbe come di faccia a faccia ripreso que’ letterati di grandi mancanze nel loro ufizio, e che essi, i quali attendono a far incetta de’ libri ch’escono nell’Europa tuttodì alle stampe, devono sapere principalmente quelli che lor appartengono, si risto dal mandarla ». Un’ altra accompagnatoria fu scritta da