Bitef

SATURAZIONE del «pensiero» (poveraccio!) in una parola al PENSIERO (maschile tentazione delle femmine tradite in natura) ... E per stasera basta!... Ma stasera è pur sempre stasera ... E’ la sera, il tramonto del genere UMANO (che non ha sesso) dappoiché i demagoghi e gli scribi hanno ridotto i SESSI a due (da tre, quattro, cinque, sei (mila) ) ... Perché NULLA (nulla éprotagonista) è d’intralcio anacronistico alla FAMIGLIA о al suo SFACELO ... Perschè «il» NULLA è contrario ad ogni STATO (il nulla non è quiete né violenza) ... Perché in parola sola il NULLA è DONNA ~. Questo NULLA ha tutt'ora una SPERANZA d’essere FEMMINILE (affrancamento dalla dona-maschio-aborrito e ambìguo no) ... 10 sono apparso a insegnarvi la SOSPENSIONE del TRAGICO (e non contano i miei infortuni giovanili e «polemiche» che un POTERE tutto VOSTRO mi ha inflitto). Son dannato ad apprendere quotidie «I’UNIVERSO DELLA MIA DISATTENZIONE» (me l’ha citata Alberto Signorini che ha l’onore di non almeno essere «attivo») ... Ma quanto segue, VOI ritenete «niente»: geni pensosi di non più pensare (sbattuti in manicomio dalla VOSTRA rappresentanza giornalistica e non mai dalla vostra giovinezza «eroica» «VERIFICATI», dalla tua tutta italiana primavera brutta) ... Parlo per chi mi (si) segue. Per chi si legge scrivo .. . Torniamo a noi, Io squallido loggione di noi stessi ... E qui eccovi bello e pronto un testamento di «presunzione»: NON VI APPARTENGO e non mi appartenete (ma nemmeno per sogno!) Non mi bisogna l’essere «Pasolini», che volete, avrei potuto essere Pascoli о D’Annunzio! ... Che volete?, avrei potuto essere io ... «I’UOMO èIL SUO STILE!» Che volete? ... 10, chissà quanto più nero del «MORO» che interpreto ... Chiedo soltanto un’amica (o) con cui (jamesianamente) VEGLIARE... Perché la «morte» (bambini!) è comunque «POLITICA» ma la «POLITICA» non è sempre (mai!) la MORTE... Per tornare a «OTELLO»? 11 mio «OTELLO» è tragedia del «PIANO D’ASCOLTO», è FEMMINILE TRASGRESSIONE ALLA VEGLIA FUNEBRE ... Tutto partiva da spensieratezza allegra (prima dell’apertura del sipario) che nella incapacità femminile di »pensare» aveva forse fondato la sua (in) certezza ... Ma s’apre il tutto con un «velo nero» della donna pensante che in realtà nella «veglia» più non crede e (non più deficiente-assente) permane (direi persiste) nella «disinvoltura del suo amplesso» (è l’abitudine, non il niente da dire e da fare e pensare che è la VITA) ...

li «pensiero» è DONNA (oh conquista!) e sta di fronte al DIVERSO, guerriero OTELLO, come un riso sguaiato più о meno esposto-osceno- (BIANCA-EMILIA-DESDEMONA) . .. Altro che GELOSIA; è I’ONORE (Io STILE) che sdegna tutta Cipro (il nostro palcoscenico di prosa) ... Non mi si venga più a raccontare il mio «far teatro» come un «genere a sé» ... «unico e inimitabile» ~. Non mi si incensi come il «sommo attore» ... Non so che farmene (ci vuole poco) ... Parlerete di me come di uno che nel suo (troppo) poco amore contenuto, seppe «essere savio», etc ... Siamo solo alla prova d’un POETA ... Tutto il resto è teatro ... E che sarà di questo «per eccelenza» «scrivere sull’acqua»? ... Non v’ha rimpianto nell’ «eterno ritorno»... V’è una certa tristezza ... nostalgia delle cose (al principio) «che hanno la mestizia delia fine» ... e questo i «cervelloni» hanno sempre relegato niente meno che a un luogo comune «borghese» (reazionario) ... Intolleranza? No: imbecillità! ... lo non pretendo l’operaio «istrione» ... Dio mi guardi dall’ironia delle aziende ... Da questi VUOTI, l’ideologia giovanile si guardi-giovinezza è «parola» abusata ... Chi appena è nato non ha alcun dovere di «ricordare». I «partigiani possono rivivere», raccontarsi le «storie» in un bicchiere (mai sacrosanto: sacrosanto é il presente) ... Ricordare è candidarsi alla presidenza d’una repubblica: OTELLO si autoemargina, nonostante ... »una volta ... in Aleppo ...» ... Ho appreso che la vita non ha rischio (se mai il rischio ha una vita) ... Voglio dire che ci sarà da piangere per sempre (se da sempre si piange) anche laddove il socialismo utopico sarà REALTA’ ... La smorfia eterna del dolore umano é il sorriso dell'arte. «OTELLO» non è il dramma d’un geloso (si tradisce con se stesso), ma d’un uomo geloso del suo ONORE (il suo STILE), e qualsivoglia «piazzata» d’ogni secolo (rivoluzione) ha logicamente tradito ogni «massa», ma puntualmente (ironìa involontaria) ha comunque sollecitato uno STILE.

[Carmelo Bene]