Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù, str. 265
Capo Vili. I collegi Usuelli e Vida.
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sempre I' appoggio dell’Arcivescovo, Monsignor Luigi Nazari di Calabiana, la benevolenza degli alunni e delle loro famiglie e il favore di parecchi buoni cattolici milanesi. Già nel gennaio di quel primo anno scolastico il P. Provinciale trattò seriamente col P. Generale, se convenisse alla Compagnia ritirarsi subito dal convitto, e ne adduceva in prò e in contro assai gravi ragioni. Non si prese nessun partito, da quello in fuori di portar pazienza e tirare innanzi. Ma dopo qualche tempo i Nostri videro chiaramente che non conveniva più indugiare, e già nell’aprile decisero di non venire alla compera della casa, anzi di liberarsi al più presto d’ogni cura del convitto. A mezzo maggio tutti, senza offesa d’alcuno e con buona pace del Prevosto, uscirono, e così fu disfatta la nostra comunità. 2. Veramente a chi ama Iddio ogni cosa torna a bene. Quel convitto non era per noi : onde fu vera provvidenza di Dio che sorgessero tante difficoltà da doverne uscire. Dall’altro lato, 1’ aver tentata la prova e 1’ aver perseverato in esso quasi fino al compimento dell’anno scolastico fu cosa utilissima, perche così venimmo a conoscere che il governo sarebbe stato disposto a tollerare che i Gesuiti, come individui, si occupassero dell’ educazione della gioventù. Si noti che i magistrati civili sapevano benissimo che il P. Bianchini e i suoi compagni erano Gesuiti, benché cercassero tener nascosta tal qualità. Ma non comparivano formalmente innanzi al governo se non come semplici cittadini italiani. Con tutto ciò non è da pensare che, in quel tempo, nei nemici della chiesa (in inano dei quali era allora il governo del regno) fosse punto mitigato I’ odio contro la Compagnia di Gesù. Convien credere che per qualche altra ragione ci tollerassero, a loro dispetto. Porse riflettevano che non torna conto a un governo il metter mano troppo di spesso alla brutale violenza, fosse ella pure palliata d’ alcun pretesto legale ; e che del resto i religiosi (come scrisse in una lettera il P. Gaetano Tedeschi, allora Provinciale) cacciati per le porte entrano per le finestre, e si sarebbe sempre da capo. Comunque siasi, Dio non permise che ci facessero tutto il male che avrebbero voluto. Da un altro canto, tal tolleranza non ci doveva far troppo lieti ; perchè coloro, affine di nuocere ai figli di Sant’ Ignazio, in-