Cubismo e futurismo : con 32 illustrazioni di Balla, Boccioni, Braque, Carrà, Cezanne, Picasso, Russolo, Severini, Soffici

strettamente geometrico, non esiste, nè può esistere. È vero che ciò che colpisce a prima vista in un dipinto, mettiamo di Picasso, sono i triangoli, i quadrilateri, i poliedri, i circoli onde s’ esprime l’ aspetto generale dei corpi e degli oggetti, ma basta spingere più innanzi l’ esame per accorgersi come ognuna di queste forme si animi internamente di mille accidenti, di infinite variazioni, di un pullulamento vibrante di tocchi, di sfumature, di particolarità realistiche, finchè I’ una espandendosi nell’ altra, compenetrandosi a vicenda, formino tutte insieme un tessuto organico, dinamico, riflettente tutte le caratteristiche vitali della realtà. Il che valga anche a dimostrare come in questa animazione intima, appunto, dello schema totale del dipinto, l’ artista possa manifestare la propria originale ‘personalità.

(È assurdo, del resto, credere che la personalità non si riveli sempre, in un’ opera d°’ arte; tre segni sur una tela svelano un temperamento ove non tendano a formare una figura astratta, scientifica).

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La quarta obbiezione è che il cubismo sacrifica alla vastità, sobrietà e solidità architettonica dell’ insieme pittorico l’ intimità, le proprietà emotive di molte cose naturali. Scomporre un fiore nei suoi volumi, un’ acqua corrente nelle sue masse, una capigliatura nei suoi piani è un brutalizzare — si dice — un’ appesantire, un cristallizzare la grazia impalpabile di quelle cose.

Nè l’ appunto manca di una certa apparenza di ragionevolezza. Senonchè, non è ancora un rimprovero di natura letteraria, in fondo, che si fa alla nuova pittura ? Certo quelle qualità di leggerezza, di evanescenza, di morbidezza si smarriscono nella traduzione plastica, come vi si sacrifica la vibratilità d’ un rag-