L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509

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Ne fa cenno, forse per la prima volta, lacopo Salomoni ( ! ) nel 1701; e dice che sono collocate «super ostium magni viridarii» ossia sopra la porta riquadrata di pietra che conduce all’ orto contiguo, come sono anche ora. Questo paziente raccoglitore trascrisse l’iscrizione, che dipinta a fresco sul muro e contornata da alcuni ornamenti vi si legge tuttora : Ales Jovis ter maximi Matris Deorum bijuges His lusitabant spherulis Non ergo lucri et sanguinis Sed imperi sed gloriae. « Le aquile del sommo Giove e i leoni di Cibele, madre degli Dei, giocavano con queste pallottole; non per avidità di lucro o sete di sangue, ma per l’impero e per la gloria ». L’autore dell’epigrafe raffigurò Massimiliano, imperatore eletto, sotto le spoglie di Giove, e la Repubblica Veneta sotto quelle di Cibele, madre degli Dei, descritta dai poeti e rappresentata dai pittori con una torre in capo, sopra un carro tirato da due leoni o due pantere. A schiarimento il Salomoni annotò in margine: « qui infatti si vedono infìssi nella parete e tre ellobi ferrei che 1’ esercito di Massimiliano scagliò mentre assediava O o la città ». Se non che essendosi accinto alla non leggiera fatica di raccogliere le iscrizioni della città e dell’ agro Patavino quando già toccava l’ età senile ed era « malveggente » degli occhi, trascrisse malamente l’ultimo verso ( s ), così da rendere incomprensibile il senso che vi è racchiuso. Citi sia stato l’autore di essa inscrizione non è noto; fu dettata certamente nella seconda metà del secolo XVII perchè lo Scardeone (1560) c il Portenari (1623) pur discorrendo dell’assedio, e dopo di loro il Tomasini (1649) non parlano nè dell’iscrizione nè dei. proiettili; cosichè si può arguire che questi ancora non fossero collocati in evidenza come sono ora, nè quella vi fosse posta. Dopo il Salomoni ne parla il \Diario ossia Giornale per l’anno 1766 a pagina 249 ove è riportata e spiegata la iscrizione « che appresso di molti riesce assai oscura e non intelligibile». O Segui un lungo periodo d’anni, durante il quale questi ricordi rimasero ignorati o trascurati. L’abate Gennari ( 3 ) nel capitolo abbastanza dif-

(t) [Tritis Patavinae inscriptiones sacr e et prophanae a ina ghiro J acoro Salomonio etc ; Padova 1701, pag. 178. (2) Copiò impeti invece che imperii. (3) Giuseppe Gennari, Alcune memorie patrie inedite ; Padova, t 866.