L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509
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barda ('). La terza colonna, seguendo 1* itinerario già percorso da altre truppe, avanzò versò Carpane e Bussano. Tutte tendevano a Treviso, ultimo baluardo di Venezia, «dicevano voler vegli ir a Treviso». A contrariare i successi dell’esercito Cesareo sopravvenne la riconquista di Padova arditamente compiuta il mattino del 17 luglio. Andrea Gritti andò a questa impresa senza artiglieria, che avrebbe impedito la celerità della marcia. Gli dovean venire per la via di Fusimi 7 cannoni sugli affusti, polvere, palle ed altri pezzi minori. Ma le chiatte non si mossero per difetto di cavalli o buoi da tirar l’alzaja, sebbene tutto il giorno mandasse all 5 incontro persone a sollecitare. Giunsero alfine il di dopo (-) ; e sparati pochi colpi il castello si arrese. Dieci giorni dopo, il 28 luglio, Nicolò Orsini venne con tutto il campo da Treviso a Padova ; nella quale affluivano, mandate da Venezia, armi, munizioni e viveri. Vi si adunarono in breve 117 pezzi. Quando Massimiliano la sera del 17 luglio ricevette in Marostica la notizia che Padova era ricaduta in potere dei Marcheschi, montò senza indugio a cavallo e con sessanta dei suoi si avviò verso Trento. Tre carri di pane e tre di vino mandati a Carpane « per il disnar dii Re » furono preda dei contadini ; i quali si impadronirono pure di 130 buoi diretti dalla Germania al campo imperiale ( 3 ). Le colonne tedesche, sospesa 1’ avanzata, si ammassarono verso Cittadella, Bissano e Asolo. Non miglior fortuna toccò alle numerose bande Alemanne che, condotte dal Duca Enrico di Brunswich, marciavano da Lubiana verso la patria del Friuli. Il 30 luglio a mezzanotte cominciarono a battere Cividale « con grossissime boche che le balote de fero era de peso di lire 50 fin 125 come con el pegno in mano se poi vedere». Bombardarono fino alle io del mattino, rovinando una torre e una cortina; nonostante ad un trombetta mandato ad intimar la resa fu risposto con un’archibugiata ; e gli assalitori retrocedettero. Poco stante l’ imperatore ridiscese per la Valsugana : il 5 agosto era di nuovo a Passano. Contuttociò i Provveditori Veneti ritenevano inverosimile l’assedio di Padova «se non ha mazor numero di zentc e altra qualità di artegliarie » (‘). Di queste artiglierie tedesche da assedio già il 18 luglio ne eran venute alcune, con 200 palle c polvere, giù per l’Adige fino a Verona, dove era vicario imperiale Giorgio di Neudeck vescovo di Trento. Invano fin dal principio del 1508 i Veneziani avevano tentato di sbarrar l’Adige presso
(1) Sanuto, Vili, 485 486. (2) ! burchi avanzavano un miglio ogni venti minuti, e quindi impiegavano più di otto ore per venir a Padova. (3) Sanlto, Vili, 557. (4) P. Zanetti, op. cit.. pagg. 63 e 140.