L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509
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« Vidi prosegue il grande diarista assai fosse et in chiesie per li morti sepolti, et ancora cran corpi sora terra che puzzavano, cosa spaventosa (*) et vidi teste di morti con li capelli li di nostri qual fo tolte via e porta a sepelir.... ». Erano teste spiccate dal busto dei caduti secondo il feroce costume di quei tempi ( 2 ). « Vidi le mura atorno e di qua e di là di Coalunga batate zoso con Cartellane dei inimici per spazio zercha di passa zercha 200, cossa spaventosa». Il Cordo, come si è visto, Fa salire a 400 passi l’estensione delle mura abbattute a cannonate, e quindi Marni Sanuto vuol intendere che eran cadute per 200 passi da ciascuno dei lati del bastione. Alcuni monasteri erano ridotti in rovine non meno delle mura. Le due case nel borgo (quella del segretario del Gritti e quella del vescovo di Ceneda) che avevan servito di bastia agli assalitori «il zorno drio si levò il campo, nostri le feno brusar et minar.... si che atorno Padoa tutto è minato, et hanno terminato far che un mio (m. 1787) atorno la terra non possi esser case nè alberi grandi di nessuna sorte». Molte altre case in Codalunga rovinate o bruciate dalie artiglierie nemiche, e cioè dalle palle incendiarie delle quali il Museo Civico possiede un esemplare descritto qua sopra. Una casa specialmente era stata colpita con maggiore rovina; quella dove .il capitano generale e i provveditori si riunivano a consiglio «qual fo dito à inimici e loro di e note trete li». Che gli assediatiti fossero cosi bene informati non fa meraviglia; i Padovani fuorusciti corrispondevano con quei di dentro; ed altre notizie davano i disertori e i prigionieri ( 3 ). All’Arena alcune case che prime si offrivano come bersaglio ai mortai tedeschi situati dietro i Carmini, percosse e squarciate rovinavano. La
(1) Il Hembo cosi parla del fetore che appestava l'aria; «Tellus ipsa odore tetro infecta, sanguinem necemquc redolens, cadaveraque omnibus in locis jacentia horridum spectaculum halitumque toto ab eo oppidi latere ac regione multos des praebuerunt». Op. cit., pag. 334. (2) L’Alviano in Cadore essendo imminente il combattimento del 2 marzo 1508 pubblicò: osi promette per ogni testa che qualunche stradioto porterà dei nimici darli un ducato e poi farli provvisionati in vita». Ne portatori molte. I Tedeschi rendevano ora il contracambio. 11 30 novembre 1509 fu ucciso presso Polesella Ercole Cantelmo Sigismondo duca di Sora il più ardito garzon che di sua ctade fosse da un polo all’ altro. Il padre scrisse al capitano generale dell’armata leggiera sul Po, Marcantonio Contarmi, domandandogli il corpo del figlio. Rispose il capitano con una dolzc lettera.... gli darà il corpo, scmprechc mandi a prenderlo, senza testa ; perchè la testa fu buttata via dai galeotti gente bestiale. (3) Dalle due parti si esercitava lo spionaggio. AH’ aprirsi delle ostilità la repubblica aveva assoldato 300 tedeschi; metà morirono nella presa di Peschiera, i sopravvissuti furono richiamati a Venezia «et questo perchè andando contro tedeschi parse non stanno ben in campo a Treviso », li 26 settembre « i provveditori hanno fatto cavar tutti li fanti spagnuoli sono in le compagnie, et non li vogliono più a nostro soldo per sospeto de intelligentia con i nimici». Il 27 settembre « par siano fuziti da Padoa alcuni fanti mantoani e andati nel campo nimicho, quali hanno riferito al Re che nostri hanno fatto alcune cave sotterranee adeo è pericoloso darli battaglia». Viceversa il Grilli aveva per spione un frate spagnuolo.