L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509

7

I due anelli servivano a portare questi pesanti proiettili appesi ad una stanga posata sulle spalle di due uomini, come si vede in antiche incisioni rappresentanti batterie d’assedio - altre volte invece si portavano sopra una barella - e servivano pure a calarli lentamente, mediante la corda in essi introdotta ed allacciata, nell’ interno del mortaio. Non è massiccia, ma cava: il foro circolare comunica con un vuoto interno, profondo 25 centimetri nel quale, come risulta dalla prova fatta, possono contenersi litri 8.250 di acqua. Parecchie considerazioni ci inducono a credere che veramente questa palla sia uscita dalla bocca dei mortai tedeschi or sono quattro secoli. Giaceva sotterra alla profondità di due metri circa dal ciglio del fosso, in luogo dove le mura furono atterrate a colpi di cannone e poscia ricostruite sul tracciato delle antiche (*) (uno dei suoi anelli si ruppe veri similmente nell’urto), nè Padova sostenne altri bombardamenti prima e dopo quello del 1509. È /ero peraltro che intorno a questa affermazione si potrebbero sollevare dubbii. Difatti dove la via Gitolo da ‘Perugia, già ‘ Bersaglio , svolta verso la piazza Mazzini, si alza anche oggidì la solida casa che serviva di alloggiamento ai bombardieri Padovani. Presso il bastione Moro Primo « alle scarpe dei suoi terrapieni, era altre volte la mira delle artiglierie piantate al basso di quello che empiva il bastione della Gatta per esercizio dei bombardieri » ( 2 ), Questi adunque tiravano lungo il circuito interno delle mura, nel tratto che correva rettilineo per 300 metri da un terrapieno ali 5 altro. Non potrebbe questo proiettile essere un avanzo di tali esercitazioni ? Ma è supposizione assai improbabile e non si comprenderebbe - per tacere di altre considerazioni - come, superato il ferma palle, abbia potuto cadere nel fosso rasente il muro e rimanervi poi abbandonato. Chiunque abbia una qualche conoscenza di questa sorte d’armi, avverte subito la somiglianza del proiettile del Museo con le bombe dei tempi moderni, E vuoto nell’interno, ha il bocchino dove entra la spoletta (ossia il congegno destinato a comunicare l’accensione alla carica) e conserva una delle orecchie od anelli. Ma, se s’intende, per bomba una palla di ferro vuota dentro, che riempita di polvere da cannone s’accende per mezzo di un’ innescatura a tempo e scoppia in pezzi giunta alla determinata distanza, come oggi si vuole; tale non può dirsi questa, la quale invero non scoppiò ed è anche ora tutta d’un pezzo; e fu tirata non in

(1) «Da Saracinesca a Codalunga troviamo Ì1 vecchio muro Quasi sempre col nuovo jj . P. Martinati, L( mura nuove di Padova e il Guasto ; Venezia 1845, pag. 11, (2) P. Martinati, op. cit., pag. 34.