L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

AL PRINCIPIO DEL XX SECOLO

19

si ( 1 ). Ma ciò di cui il mondo civile non può disinteressarsi, e per cui ha eziandio il diritto di intervenire, è questo che, salvi i diritti della Chiesa ortodossa in tutto ciò che la questione può avere di strettamente ecclesiastico, il suo Calendario cessi di costituire, a causa della differenza delle date, un serio incaglio alle relazioni internazionali e al progresso generale dell 7 umanità. Questo stato di cose sembrava, ultimamente, alla vigilia dì cessare per sempre, e il Patriarcato di Costantinopoli pareva dovesse averne la gloria, perchè gli ultimi quattro Prelati che sì succedettero su quella sede avevano mostrato, in più occasioni, di avere a cuore che la Chiesa ortodossa fosse scagionata d' ogni ulteriore responsabilità per gli inconvenienti risultanti dalla differenza delle date. Di più, il distinto prelato che, sotto il nome di Gioacchino 111, occupa ancora, mentre scrivo, il trono patriarcale, non solo ebbe 1’ insigne lealtà di dichiarare che, anche fra Ortodossi, le opinioni erano divise circa la maggiore conformità del computo pasquale ortodosso e dell’ occidentale colle prescrizioni canoniche, ma volle prendere la nobile e ardita iniziativa di invitare, con apposita circolare in data del 12 giugno (v, st.) 1902, le varie Chiese autocefali ortodosse a studiare una soluzione che provvedesse alle esigenze scientìfiche e sociali, senza che ne scapitassero le prescrizioni canoniche. Siamo però in Oriente ; non farà quindi meraviglia se, sotto V impero di ignote pressioni, il Patriarcato sembra avere egli stesso lacerato la bella pagina che s’era assicurato nella storia di un incontestabile progresso, mediante una Dichiarazione che non si può leggere senza te mere dì avere le traveggole ; talmente essa fa a pugni colla logica internazionale. La sua stessa stranezza, però, mi ingenera il sospetto che il Patriarcato abbia voluto ricorrere ad uno stratagemma per accelerare la sospirata soluzione ; checché ne sia essa torna, ad ogni modo, sommamente opportuna : sia per prevenire qualunque disinganno sul conto che si può fare, praticamente, delle buone disposizioni e dell’ appoggio della

(’) Dico: * non vleu riconosciuto il diritto di immischiarsi » perché cosi è realmente, ed è bene che sia cosi; non però senza sconoscere che il divario nella celebrazione delle feste offre degli inconvenienti non solo morali, ma eziandio di ordine prettamente civile. E ben ricordo aver avuto sott’occhio un articolo delie Tserkovnya Viedomosti organo del Santo Sinodo di Russia, in cui, quando più ferveva la politica della forzata russificazione, venivano con enfasi rilevati quegli inconvenienti, per trovarvi, a quanto pare, un pretesto di imporre il Calendario giuliano anche alla Polonia e alla' Finlandia. Esempio di un’ arma a doppio taglio.