La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

198 PARTE SECONDA

atmosferiche. Non ha bisogno Leonardo di spiegare ove siede Sant'Anna: appaiono, non stanno, le masse atmosferiche.

Per questo, lo scheletro geometrico della composizione è meno apparente nell'opera di Leonardo che in tutte le composizioni piramidali, che ne derivarono. Possono le nubi assumere da lontano apparenza di monti, eppure sono sempre più sfumate e Incerte.

L'orizzonte è largo e lontano, le immagini sono in posa, eppur tutto si muove. S'increspa lontano la luce sugli scogli fantastici, come: vicino sul sorriso delle morbide labbra. Più che altrove, nella « Sant’ Anna » è attuato il movimento molecolare che si confonde nella natura tutta, e che è estasi panica. Sorridono le immagini, e non sono liete, sorridono perchè, in maggior grado, esse posseggono la linfa che dà vita alle cose, la luce che è moto. Elevar la natura al grado di anima, e identificarla con l’uomo, fu per Leonardo la « necessità ».

E

Più di qualunque altra immagine, la «Gioconda» (Fig. 21) avvinse a sè l’anima di Leonardo : sola, alquanto distinta dalla natura, ella è un ritratto; ma il meno oggettivo fra tutti i grandi ritratti. Non rinunzia il pittore al suo stile unitario, che tutto trasforma in nome di una luce fioca ch'è in moto. Aitenua la distinzione tra immagine e fondo, per mezzo di una risonanza spirituale; tremola i veli; ondula i piani con identico ritmo nelle mani e nella fronte, lascia sugli occhi gravare le palpebre stanche, muove le labbra al celebre sorriso amaro. Come il diluvio ha sconvolto il paese nello sfondo, così una vita intera ha sfiorita la donna, per amore di stile. Ella è la donna ignota che turba, più che affascinare, le anime timorate ; in gramaglie, ella ha troppo sofferto per non celarsi dietro un sorriso forzato. Nemmeno per il più caro fra i ritratti, la fantasia di Leonardo