La politica antitaliana in Austria-Ungheria

12

ALESSANDRO DUDAN

tore Francesco Giuseppe, il conte Koìowrat, attorniati da una serqua s'intende di grandi signori feudatari, che coprivano le più alte cariche di stato e militari. Ormai tutto l'ordinamento dei supremi uffici di stato era divenuto un formidabile congegno di governo nelle mani di questi « consiglieri » della corona; i consigli di stato, le cancellerie auliche, civile e militare, erano ormai per tradizione domini incontrastati dell’aristocrazia cortigiana e reazionaria. In questo ambiente crebbe Francesco Giuseppe e fu educato, sotto la sorveglianza immediata di sua madre e del principe dì Mettermeli, da un abate Rauscher, che divenne poi il più fanatico vescovo agitatore clericale dell’Austria, da un ge suitico conte Bombelìes Enrico, uomo di fiducia di Mettermeli, a da un conte Coronini, scelto ad aio daU'arciduchessa madre. Egli sali al trono nel momento più burrascoso che la monarchia degli Absburgo ebbe a passare nei secoli, quando le rivoluzioni di Vienna nel '4B due volte costrinsero alla fuga la corte prima a Innsbruck, poi ad Oimiitz e quando la salvezza della dinastia e dello stato parve affidata a tre generali e a tre eserciti: al principe di Windiscb Gràtz in Boemia, a Radetzky in Italia e a Jelacich in Croazia e in Ungheria. Bisogna seguire un po’ più da vicino la storia di quest’anno per comprendere quale impressione debbano aver prodotto sull'animo dell'imperatore diciottenne quegli avvenimenti e quanto grata, obbligante ed interessata affezione debba esser rimasta in lui per l’esercito e per le istituzioni militari, che uniche in quei violenti trambusti rivoluzionari restarono fedeli alla sua casa; e se il feudalismo, se i privilegi dell’aristocrazia squagliatasi nel momento del periglio poterono essere spazzati dalla rivoluzione anche domata, l'esercito, il militarismo tradizionale a corte, le sue istituzioni auliche non fecero che crescere di potere e di onore. Fu quella l’anno, in cui un generale, il principe WindischGraetz, uno dei più ricchi feudatari, divenuto generalissimo delle forze rimaste in Austria, spadroneggiò caduto Metternicb ai primi soffi della rivoluzione da dittatore onnipotente con la violenza, con l’astuzia e con gli intrighi. Mentre Tarcidnchessa Sofia, impressionata dai moti popolari, faceva, per mezzo di suo marito l’arciduca ereditario, radunare di notte la conferenza di Stato e il consiglio di famiglia per concedere al popolo, contro l’opposizione più caparbia deìl’arciduca Lodovico,