La politica antitaliana in Austria-Ungheria

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LA POLITICA ANTITALIANA IN AUSTRIA-tJNGHERIA

zione dei vescovi e dei parroci, con a capo I’ ex-aio di Francesco Giuseppe, il cardinale Rauscher, e l’imperatore dovette ammonire dolcemente l’episcopato austriaco di astenersi dalle lotte politiche; la corte intanto favoriva le mene clericali; se ne accorse bene Beust, che manda di seguito due suoi lidi funzionari quali ambasciatori d’Austria presso il Vaticano, prima il conte Crivelli, poi il barone Meysenburg, ma ambidue, sebbene a Roma, subiscono le influenze delle arciduchesse di Vienna e diventano fautori del Vaticano. E, che l’imperatore ha bisogno dei liberali per aver votate le leggi militari sempre massima preoccupazione del sovrano e delia corte, per la quale si fecero sempre in Austria e in Ungheria i più grandi sforzi e sacrifici e i crediti e perciò deve lasciar fare e del ’7O, sebbene il ministro presidente conte Potocki, indotto da sua moglie, si rifiuti di firmare l’abrogazione del concordato, Francesco Giuseppe emana il decreto, che lo abolisce. Nel ’7O, durante il conflitto franco-prussiano, sorse di nuovo il partito della guerra, della revanche, con a capo l’arciduca Alberto e questa volta anche Beust; si voleva un’alleanza con la Francia e con l’ltalia contro la Prussia; tutto il paese vi era contrario: i tedeschi liberali dell'Austria, simpatizzanti con la Prussia, temevano poi da una vittoria delle armi austriache il ritorno al potere della camarilla e del militarismo, gli ungheresi temevano la stessa cosa per l’Ungheria e da un eventuale aumento di popolazione tedesca in Austria, a spese della Germania nascente, un grave pericolo per il dualismo, basato sulle forze biianciautisi di tedeschi e di ungheresi nella monarchia. Fu perciò, che Andrassy si mise a tutt’uomo all’opera contro la politica estera di Beust, il suo alleato di una volta, e mentre questi promoveva gl’incontri e le visite di Parigi e di Salisburgo fra Napoleone e Francesco Giuseppe e opponeva rifiuti umilianti alle proposte d’incontri del re di Prussia (1) e l’arciduca Alberto si recava a Parigi con i piani di guerra pronti per un’azione comune dei tre eserciti alleati (austriaco, francese e italiano), Andrassy si accordava con il ministero liberale austriaco per sventare i progetti del partito di guerra.

(1) Il re aveva fatto comprendere a Vienna, che avrebbe volentieri salutato al suo passaggio per Parigi ad Oos, nelle cui vicinanze il re si trovava ; ma Beust fece rispondere, che l’imperatore sarebbe passato alle ore 4 del mattino. Più tardi si cambiò programma e l’incontro avvenne alle 7 del mattino.