Venezia e la Lega di Cambrai
tale. Eppure nobili e cittadini, essendosi ormai arricchiti, preferivano i piaceri del villeggiare in terraferma ai lunghi a fastidiosi viaggi marittimi ; compravano poderi a prezzi molto elevati, ricavandone scarsi frutti ; fabbricavano ville, le arredavano sfarzosamente, tenevano carrozze e cavalli. Calcola il diarista che terreni e case in terraferma valessero più di tre milioni di ducati. E poi il vivere era troppo delicato e largo in confronto alla parsimonia degli antichi Veneziani (i). Il Frinii inoltre osserva in più luoghi che i Veneziani, dopo le prime vittorie dei Francesi, rimasero sgomenti, perchè non avvezzi alle armi (2), dice che il doge e i senatori avrebbero dovuto andare in campo, come il re di Francia coi suoi trecento gentiluomini, e insiste sull’argomento colle seguenti parole: «Et veramente se » li padri veneti votano mantenere et conservare statto » in Inalba sarà necessario che li loro nobili! venetti, » et dico de li primi, bacino lo exercitio et mesti ero de » le arme, et metano a lo armigerio exercito et loro •> medemi fare li facti sol, come fano tutti li altri signori » del mondo, per non infidarsse in persone all iene et » forestiere, altramente non potrano conservar stado in » Inalba et ahora tropo chiaramente se ir è veduto la » experienza (3) ». Notiamo di passaggio che con questi dell’ uomo pratico, specialmente dedito agli affari, s’ accordano in parte i giudizi sebben più elevati e più sereni dello scrittore politico, il Parma, che pur spaziava colla sua mente sopra un più largo orizzonte storico.
(1) Appendice n. I. (2) Ghr.oi.amo Pkiui.r, Diari, t. IV, c. io r, 11 r, ms. del Museo civico di Venezia, n. 240, v. App. n. 11. (3) 0. c\, c. 21 v, 32 r.
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