Venezia e la Lega di Cambrai
aprile (509. Nè i danni furono inorali soltanto; non solo vi fu il perturbamento nell’ animo dei fedeli e l’ostilità del clero contro la Repubblica (1), rna la scomunica contribuì all’ arenamento del commercio in Venezia, e quindi alla deficienza di denaro in un momento così critico, perchè i mercanti che da tutti i luoghi colà affluivano, non si recarono più in una città colpita dal1’ interdetto {2). Non v’ ha alcun dubbio che la Repubblica conoscesse subito e per vie diverse il formidabile segreto della lega (3) ; tanto che essa incominciò con sollecitudine e contemporaneamente un doppio lavorio cioè di preparativi militari e di maneggi diplomatici, per cercar specialmente di distogliere dalla lega, disponendosi a fare le cessioni richieste, il pontefice e l’imperatore (4). Se fosse stato possibile un accordo pieno c durevole di tutti gli alleati, un completo oblìo delie mutue diffidenze, e quella rapidità nel condurre la guerra, che con mezzi ben diversi e più potenti si ottenne fin dal principio della rivoluzione francese, se ì sovrani avessero potuto lanciare contemporaneamente i loro eserciti nel territorio della Repubblica, di certo Venezia sarebbe stata irremissibilmente perduta. Ma per gran ventura ciò non avvenne, nè poteva avvenire allora. Dopo la disfatta delle milizie veneziane ad Agnadello (14 maggio 1509), per opera delle anni francesi, Luigi XII, avute tutte le terre, che credeva spettargli, si arrestò, mentre M assi indiano non era ancora disceso in Italia. E vero
(1) A. Bonardi, I Padovani ribelli alla Repubblica di Venezia in Mise, di Star. Veti , S. 11, T. Vili, Venezia, 1902, pagg. 390, 91. (2) ms. cit c. 94 r. (3) Romamn, V, pagg. 189-93. (4) Romanin, V, pagg. 198; 99.
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