Bibliografia Vichiana I

VINDICIAE

41

de’ classici italiani, 1836, di pp. xx-488) : volume ristampato materialmente dalla stessa casa editrice nel 1843 e poi ancora a Pesaro nel 1850. Per contrario, nel quarto volume della sua seconda edizione delle Opere (1853) il medesimo Ferrari (o chi per lui) tenne presente anche l’altro esemplare donato dal Vico al conte Gian Artico di Porcìa (v. sopra p. 39) e posseduto dal conte Faustino Sanseverino, marito d’una discendente di casa Porcìa. Su codesta seconda edizione ferrariana furono esemplate le ristampe offerte dal quarto volume della silloge del Pomodoro (1859) e dal volume 112 (stereotipato) della Biblioteca classica economica del Sonzogno col titolo « Principii di una scienza nuova d’intorno alla comune natura delle nazioni secondo 1’ edizione del MDCCXXV con annessa l’ Autobiografia. Prefazione e note di Pio Viazzi » (Milano, 1903). Sull’ edizione Callotti, sulla seconda del Ferrari e su molti esemplari postillati, e in particolar modo su quello preparato, come si vedrà, dall’ autore medesimo per la mancata riedizione veneziana del 1729 (v. quaggiù pp. 45-47), è condotta l’edizione apprestata dal Nicolini (Opp., 111. capovv. 1-529).

II Le « Vindiciae »

Della sciocca riderella contro la Scienza nuova prima, che le occasionò, si discorrerà nella seconda parte del presente lavoro (sezione prima, capitolo terzo, numero 3). Per ora è da ricordare soltanto che, sebbene il fascicolo degli Acta eruditorum di Lipsia, che la conteneva, giungesse a qualche associato napoletano sin dal principio del 1728, nessuno, tuttavia, informò il filosofo della breve recensione che lo concerneva ; e semplicemente se è esatto ciò che alla fine del 1729 scriveva egli stesso (Opp., V, 225) —« uno, che praticava spesso la sera in sua casa », gliene diè «di tanto in tanto qualche contezza », ma « così incerta, varia, indistinta, confusa », che mai al Vico « non venne in mente d’informarsi del vero ». Ciò, per altro, non impedì che la bomba scoppiasse nell’ agosto del 1729, quando il libraio napoletano Nicola Pispolo, che aveva bottega all’angolo tra via San Biagio dei Librai e quella di San Gre-