Bibliografia Vichiana II
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MAZZINI - PANIZZI
corrispondenza con lui), l’archeologo Agostino Gervasio da Sansevero di Paglia (1784-1863).
IV NEL REGNO UNITO
PREMESSA Il qualche interessamento, che, lungo il periodo 1827-60, taluni studiosi inglesi mostrarono pel Vico fu dovuto principalmente all’efficacia del Coleridge (v. sopra pp. 518-23) e del Michelet (sopra p. 529), e, subordinatamente, a una molto moderata propaganda vichiana di alcuni italiani esuli o dimoranti in terra britannica. Tra questi ultimi si è accennato già al Foscolo e a Gioacchino Prati (sopra pp. 426 e 519): qui bisogna ricordare altresì il Mazzini e segnatamente Antonio Panizzi (1797-1874). Il primo, in una lettera londinese del 9 giugno 1839 a Filippo Ugoni, scriveva che, se avesse avesse avuto a sua disposizione la silloge vichiana del Ferrari, avrebbe tentato sul Nostro, « ignoto o frainteso qui », un articolo per la British and Foreign review. E, già una decina d’anni prima, il Panizzi aWEssay on thè romantic narrative poetry of italians, premesso al primo volume della sua edizione de\Vlnnamorato del Boiardo e del Furioso ariostesco (Londra, Pichering, 1830), aveva fatto precedere (p. 19) una breve presentazione del Vico quale « scrittore italiano pressocché sconosciuto in questo paese», sebbene anticipatore «di molte delle osservazioni storiche fatte da taluni rinomatissimi scrittori dei tempi nostri, senza che essi abbiano avuto il candore di mentovare il nome di lui » (evidente allusione al Niebuhr). S’avverta inoltre che, poiché le notizie riferite nel presente paragrafo sono attinte in gran parte al Fisch, giova seguirlo anche nella sua ripartizione dei vichisti e vicofili inglesi di quel tempo in due gruppi, comprendenti l’uno i capi del movimento di Broad Church, l’altro i « positivisti » e « razionalisti ». La lettera del Mazzini è riferita nella Rassegna contemporanea di Roma, anno V, decembre 1912, p. 425. Del Fisch sono da vedere i due scritti citati più volte : l’articolo The Coleridges, dr. Prati and Vico e l’introduzione alla traduzione inglese AaW Autobiografia, pp. 84 sgg.