Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Capo 11. II Collegio e il convitto di Reggio (fino al 1846).

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5. Una nuova e più fiera tempesta si levò contro i Nostri di Reggio dopo la rivoluzione di Modena del 1831; ina come piacque al Signore, fu-breve temporale, che senza recare gran danno presto passò. In que’ torbidi giorni i Padri di San Giorgio, fatti bersaglio alle villanie della plebe aizzata contro di loro da chi segretamente dirigeva que 1 moti, stimarono conveniente di cedere al furore degli avversari e allontanarsi da Reggio. Uscirono dunque il 10 di febbraio, dopo aver consegnato al comune il collegio e la tenuta del Traghettino, e lasciati i più vecchi nel convitto : poiché da questo nessuno de’ Nostri parti; e fu bastevole provvedimento alla loro salvezza il vestirsi da preti secolari. Domata in pochi dì la rivoluzione, grazie al manifesto intervento di Dio e al mirabile valore del Duca di Modena, poiché furono quietate e prestamente ridotte in assai buon termine le cose, i nostri esuli fecero ritorno e ritrovarono tutto in ottimo stato. La loro assenza non durò che un mese, e dopo Pasqua furono riaperte le scuole. 6. Essendo questa la prima volta, che ci occorre accennare ad una rivoluzione, conviene spendere alcune parole per ragionare in generale delle rivoluzioni sollevatesi in Italia nel secolo passato; nelle quali ebbe tanto a patire, la Compagnia, e la nostra povera provincia fu miracolo se non venne annientata. Non intendiamo di tesserne, nemmeno brevemente, la storia ; nemmeno di enumerarle ; ma solo di spiegare come sia avvenuto che in esse al grido di Viva l'ltalia* 1 si accoppiò sempre quello di Morte ai Gesuiti. In primo luogo è da osservare che quelle rivoluzioni non erano per niun modo spontanei movimenti di popoli, la qual cosa apparve manifestissima nella or ora detta rivoluzione di Modena del 1831. Essa non era opera altrimenti che d’ un pugno d’ uomini scellerati, capitanati zia uno scellerato peggiore

1 Tra i giovanetti che frequentavano quelle scuole era il celebre Angelo Secchi, il quale nacque in Reggio il 29 di giugno del 1818, d’anni 15 (il 3 di novembre del 1833) entrò in Roma nella Compagnia di Gesù e morì il 26 di febbraio del 1878. Di lui si occupò anche il nostro P. Bellino Carrara, in un discorso che poi si pubblicò col titolo: Il P. Angelo Secchi d. C. d. G. Discorso letto nella solenne commemorazione del XXV anniversario dalla sua morte nell’ Aula del Collegio Sacro in Padova il 23 marzo 1903. Padova, 1903, pgg. 34.