Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Capo HI. Il collegio e il convitto di Modena (fino al 1846).

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3. Mentre i nostri Padri si adoperavano con gran zelo a coltivare i giovanetti nelle scuole, e ogni classe di cittadini con gli altri loro ministeri, massimamente per mezzo delle congregazioni mariane e simili pii sodalizi (che in Modena fiorirono mirabilmente), scoppiò la rivoluzione del 1831, di cui più addietro si è ragionato, narrando i fatti di Reggio. Ciò avvenne la notte del 3 sopra il 4 di febbraio, e il 6 il Duca partì. Formatosi il governo provvisorio, ai Nostri convenne disperdersi ed esulare,

e la loro assenza durò dal 17 di febbraio al 25 di marzo. Quando furono tornati, trovarono guastata e disordinata ogni cosa : ciò non di meno, riattata in fretta la casa, apersero le scuole, come a Reggio, dopo la Pasqua. Negli anni seguenti, le scuole prosperarono a maraviglia, dirette com’erano da uomini insigni, quali furono il P. Francesco Saverio Nicolini, il celebre P. Antonio Bresciani (nel qual uomo la prudenza e la pietà non erano minori della valentia nello scrivere), e il P. Serafino Sordi.

P. Serafino Sordi S. I.

4. Due anni dopo la rivoluzione, cioè l’autunno del 1833, si formò in Modena una nuova comunità della Compagnia, la qual cosa avvenne in questa maniera. Fin dal 1827 il Duca, sempre acceso dal desiderio di provvedere a tutte le necessità de’ suoi sudditi, aveva aperto in una parte dell’antico seminario (ch’era vicino al duomo) un convitto per giovanetti di mediocre condizione, non nobili, alunni delle scuole di San Bartolomeo, onde esso convitto fu chiamato degli scolari. Il quale istituto volle il Duca che fosse governato da due sacerdoti secolari, ma a condizione che il P. Rettore di S. Bartolomeo fosse il vero capo e moderatore della casa, e i detti sacerdoti fossero a lui soggetti. Il carico addossato al Rettore era grave, e presto si fece