Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Capo HI. Il collegio e il convitto dì Modena (fino al 1846).

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durare nè ampiezza, nè comodità, nò eleganza maggiore ; aveva 176 stanze, oltre alle sale, e costò al sovrano erario ben 334 mila franchi, somma, per quc’ tempi, grandissima. Di più trovasi in parte della città saluberrima, e vicinissima alle scuole di S. Bartolomeo. Quel primo autunno v’ entrarono cento dieci alunni, cioè quanti ve ne potevano capire. 6. II benignissimo Iddio diede subito un segno del suo favore, mandando entro a quella nuova casa per santificarla e proteggerla, il benedetto e prezioso corpo del Martire San Fabio Primitivo bambino, non molto tempo innanzi trovato a Roma nel cimitero di Priscilla unitamente al nome e ai segni del martirio. San Fabio con la sua venuta rinnovò il fervore dei convittori, come si vide chiaramente agli effetti. Le sue preziose reliquie furono collocate in elegante urna sotto Fallar maggiore della cappella domestica. Somigliante grazia aveva fatta Iddio nel 1837 alle scuole di San Bartolomeo, donando loro le reliquie di San Gemello, esso pure Martire e fanciullo. Di quest' ultimo, cioè di San Gemello, rimasero devotissimi, non che gli scolari, tutti i cittadini d’ ogni ordine, i quali 1' onorarono con preghiere, doni, processioni e feste. 7. Quelli erano anni veramente d’oro per i nostri collegi e convitti. Noi liberi di educare i fanciulli secondo il nostro metodo, che fu in ogni tempo giustamente apprezzato per ottimo; gli alunni per lo più di famiglie pie e cristiane dello stampo antico, avvezzi prima ancora che fossero affidati alla nostra custodia, non dico solamente alla pietà, ma all’ übbidienza e alla mortificazione de T propri disordinati appetiti ; i sovrani poi, più che in ogni altro tempo appresso, desiderosi di favorirci e potenti a farlo. Allora non si parlava di vacanze da passare in famiglia: ma il convittore, messo una volta il piede in collegio, non rivedeva la patria che dopo aver compiti i suoi studi e con essi la sua educazione. Allora non si richiedevano professori approvati nelle università dello stato, onde (per tacere d’ altri vantaggi anche maggiori) ci era dato fornire di maestri le scuole con soli Nostri. Così si potevano formare, e si formavano molti giovani distinti per sapere, buon gusto, sano criterio, e, quello che più si deve stimare, per ottimi costumi c soda pietà. Nei convitti fioriva 1’ innocenza, r übbidienza, la carità, la divozione e ogni virtù, ch’era una