Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù, page 82

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e sventò i disegni di coloro. Verso la fine del 1846, mentre i Nostri si trovavano in angustie per la disciplina turbata in una parte degli scolari, venne fatto ai detti nemici della Compagnia d’ indurre il municipio a decretare, doversi trattare con la Duchessa, acciocché fosse riveduto e corretto il metodo di educazione usato dai Gesuiti. II che fu fatto certamente a fine di crearci nuove molestie, e ancora per somministar nuove armi, con cui impunemente offenderci, a quel Vincenzo Gioberti, che in ogni parte d’ Italia andava raccogliendo fatti e documenti d’ ogni sorte, per coprire d' ingiurie e d’ accuse, quasi facendosi egli solo bocca e tromba di tutti gli empi, la Compagnia di Gesù. La deliberazione del municipio piacentino fu in un batter d’ occhio propalata ai quattro venti come grand’ argomento in favore di coloro che sostenevano doversi rimuovere la Compagnia dall’ educazione della gioventù. Se non che intanto giunse alle mani della sovrana una supplica in favore dei Gesuiti firmata da ben duecento tra Parroci, canonici, nobili e altre persone distinte e autorevoli, che rendevano buona testimonianza alla Compagnia. Allora la Duchessa, mettendo in non cale le insinuazioni del municipio, comunicò al Rettore pieni poteri di prendere quelle misure ohe gli sembrassero opportune per mantenere il buon ordine nelle scuole. Per la qual cosa il Rettore, che già aveva cacciati dal collegio alcuni scolari scapestrati, stette saldissimo a non volerli riammettere per prieghi e minacce che gli fossero fatte ; e tutto tornò in ordine e in pace. E i nostri Padri a fine di chiudere la bocca ai detrattori, misero mano alle solite armi ; cioè raddoppiarono gli sforzi per far quel maggior bene eh’ essi potevano a ogni condizione di persone. E per la divina grazia e bontà fecero davvero maraviglie, tanto che il buon nome del collegio di Piacenza si sparse per tutta la città e per lo stato. Vivevamo abbastanza sicuri sì in Piacenza e sì in Parma, protetti dal potente braccio di Sua Altezza Imperiale la Duchessa Maria Luigia ; ma, quando meno si sospettava una tale sventura, dovemmo piangerla estinta, poiché oppressa da fierissimo morbo, dopo soli sette giorni di pene fu spenta. Ella morì il 17 dicembre dell’ anno 1847, dopo trentadue anni di splendido governo, lasciando lo stato in prospere condizioni a Carlo 11 di Borbone, nipote di quel Ferdinando .Duca di Parma, di cui sopra più volte si è ragionato.