Genti d'arme della Repubblica di Venezia

da carestìa tanto che si vide obbligato a scrivere alia moglie pregandola d’inviargli qualche sussidio, non foss’altro per soddisfare con onore a certi impegni che si era assunti. «Subito che S. V. mi manderà denari ("), io farò con Taiuto del Signor Iddio battezzare li dui turchi ( 3 ) perche da poi il partir di S. V. li ho fatti ogni giorno andar a scola da un prete, che mi ha dato il Eev.nio Vescovo, che li ha sollecitati ed istruiti nella nostra santa fede. Bisogna che li vestisca tutti dui di bianco che cosi si dice esser il solito. Compadri .saranno li chiarissimi rettori... Et quella mattina io voglio dar da disnar al Eev.mo Vescovo di Bergamo, al Podestà, al Capitarne, al magnìfico Carmelengo, alla sua corte et ad alcuni gentiluomeni della città che saranno in tutti da quaranta a tavola. E vero che farò una sposa da 25 a 80 ducati, ma con onor mio non posso certo fardi manco di lasciar questa memoria, perchè concorrerà tutta la città e parte del territorio a questo battesimo.»

(!) Qui è gran carestia de biava o de vini ; il tormento lire 41 la soma e'-wu so ne trova; il vino lire IO o 11 la brenta il bone e si credo che anche il novo sarà in precio grande. Lettera di Silvio alla migli e : 9 luglio 1573, da Bergamo: ardi, detto. ( 2 ) Lettera alla moglie citata, ms. nell’ardi, detto. ( 3 ) Ciò non deve recare meraviglia. L’Ostermann, in un suo libro, nota che « nell 1 archivio comunale di Udine è conservato il ricordo di numerose feste fatte per il battesimo di Ebrei e di Turchi convcrtiti al cattolicismo ai quali la città usava fare delle elemosine. La solennità più clamorosa ebbe luogo nel 1617, in cui nella seduta consigliare del h 4 aprile fu stabilito di tener a battesimo quattro turchi che erano nell’esercito veneto con limosina di ducati 20. E lino alla caduta della repubblica questo conversioni furono frequenti ». La trita iti Friuli: Udine, Del Bianco 1894, pag. 387 e segg.

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