Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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Questa deliberazione venne inviata al provveditore generale perchè, senza por tempo in mezzo, procedesse a regolare totalmente la milizia delle genti d’arme, convocando le bande in Verona e iniziando il pagamento degli arretrati conia somma di ducati trentamila, che sarebbero posti a sua disposizione nella camera di quella città. Si pregava inoltre il provveditor generale di usare coi condottieri quel complimento di parole che poteva essere suggerito dalla sua prudenza, accertandoli della soddisfazione e stima che il senato nutriva costantemente per il loro valore (Q. Ma i capi delle quattordici bande non si arresero facilmente, nò si chetarono alle belle e dolci parole del provveditor generale e, come per l’addietro (Q, levarono anche questa volta proteste per la trasformazione e passaggio delle compagnie di genti d’arme sul piede di corazze, che equivaleva alla soppressione dell’antica e gloriosa milizia ( 3 ). Delle doglianze dei signori condottieri è documento la lettera 4 novembre 1622 al provveditor generale in terraferma, nella quale si dice fra l’altro: «Laudando gli uffici e le prudentissime considerationi

( 1 ) Ardi, di Stato in Venezia - Senato Secreta, r. 121, c. 21-22. ( 2 ) Vedasi il cap. Ili a pag. 56 ed i doe. n. 26, 27 e 24, ( 3 ) Ufficiali o soldati abbandonata la lancia dovevano presentarsi alle mostre armati di due pistole, con un sol cavallo eco. Vedutisi i « Capitoli coi quali al presente devo esser regolata et riformata indifferentemente tutta la militia armata di Corazze Archivio di Stato in Venezia - Senato Secreta, r. 122, c. 254. - Doc. 10 ottobre 1623. Regolatone delle genti d’arme fatta dai Savio Mula per ordine del Senato.