Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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e di archibugieri in grande quantità. Furono gli ospiti ricevuti con esultanza dal conte Fulvio I, che li attendeva alle porte del rivelino insieme alla madre contessa Camilla Torelli, alla moglie Candida Brandolin e a due vescovi, il già citato Rango ne di Piacenza e Gerolamo di Porcia della diocesi di Adria. Il palazzo era illuminato splendidamente, le sale, le stanze ornate di damaschi di velluto rosso e di fiori. Gli ospiti illustri vi si fermarono tre giorni e presero parte a banchetti, stando alle note che si conservano, veramente luculliani, in cui sfoggiarono, accanto ai cibi comuni, galli di montagna, pernici, quaglie, starne, piccioni ed i vini migliori del Friuli, fatti venire espressamente da Udine (fumol), da Rosazzo (brusco), da Folce nigo (dolce) eco. ( l ). Enrico Ottavio, fatto così il suo ingresso nel mondo sotto i migliori auspici, non doveva però tardare a subir le prove del dolore e della sventura. Anzitutto egli aveva sortito una complessione delicata e nei primi anni si mostrava magro e sparuto così da far temere della sua vita. Noi manoscritti di Fulvio I ( 2 ), sotto la data 28 aprile 1614, troviamo accenni alia debolezza del figlio: qualche tempo dopo però queste condizioni di salute devono essersi mutate, giacche lo note si fanno più liete e traspare da esse la gioia dei genitori nel constatare che Enrico si mostrava «del lutto diverso da quel eh’ esser solea ».

p) Memoria citata nell’archivio dei conti Giuseppe e Pirro di Porcia. (*} Archivio detto.