Genti d'arme della Repubblica di Venezia

Giuseppe, sessagenario e soggetto a non lievi indisposizioni. Si presentava perciò ossequioso al serenissimo dominio il conto Enea, discendente da Muzio altro tiglio di Silvio, implorando la continuazione della condotta suddetta nella sua persona con tutti gli obblighi, condizioni e prerogative godute dai predecessori. A suffragare il ricorso il conte Enea rammentava i titoli c le benemerenze comuni alla famiglia e quello particolari di Muzio ( l ) e Giovanni Silvio ( 2 ), suoi ascendenti ; il primo dei quali era morto dopo lungo servizio governatore delle armi di Treviso e l'altro volontario di un reggimento di oltremontani, come fanno fede onorevolissima le ducali 17 maggio 1050 e 29 marzo 1070 ( 3 ). 11 conte Giuseppe fratello di Leandro aveva adunque un rivale nella stessa famiglia, in suo cugino, e, quasi ciò non bastasse, ne sorse un secondo nel conte Luigi Scotti cavaliere di Treviso. Anche costui produsse una al senato per essere investito della condotta di genti d’arme, « quasiché, dice il signor Pietro Franceschi notaio ducale in uno scritto al conte Muzio 11, la famiglia di Porcia fosse estinta, il conte Giuseppe incapace e non meriti alcun riflesso il ventre pregnante

(M Vedasi la tavola genealogica in line al capitolo \ r . ( 2 ) Idem. ( 3 ) In originali membranacei nell’arch. dei conti Giuseppe e Pirro di Porcia e Brugnera. ( 4 ) In essa chiama il conto Giuseppe incapace della carica di condottiero per riflessibile irregolarità di fantasia e dopo una lungagnata cosi concludo : Abbia anche la città di Treviso ano dei suoi singoli decorato di questo carico , onde non essere inferiore alle altre città n'e in fedeltà , ne in onore . Archivio detto.

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