Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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delia donna vedova ('), la quale può un giorno dar successione capace a ripigliar la condotta, che in ora tosse collocata in altro della famiglia». O Il De Franceschi stesso metteva sull'avviso di ciò la vedova contessa Antonia ed il conte Giuseppe di Poreia, osservando giustamente che V interesse era comune e grande il pregiudizio che poteva venire ad entrambi i colonnelli, qualora la condotta non fosse mantenuta nella famiglia, essendo che per ordine di grado, tutti potevano aspirare un giorno alla condotta medesima. B spingeva i conti Porcia a concepire subito «una supplica breve e più. sostanziosa del polpettone fatto dal signor cavaliere Scotti, che non si poteva leggere nisi magno ormi stomaco » ( L> ). La famiglia Porcia trovava così nel De Franceschi un valido e potente aiuto, un fedelissimo servitore nella bisogna, il quale risicava di attirarsi odiosità infinite svelando la supplica Scotti secretameli te presentata e le ulteriori macchinazioni operate per ottenere la banda d’armi. Il pericolo comune avrebbe dovuto unire i Porcia e a ciò consigliava pure Antonio Saverio di Panigai in una sua lettera al conte Muzio 11. «1! primo, scriveva costui, è di fare un atto di convenienza con la contessa Antonia, significandole tutto quanto V amore e la cor-

t 1) Antonia Beltramini vedova del conte Leandro di Porcia, ( a ) Lettera 11 agosto 17711. - Archivio conti Giuseppe e Pirro di Porcia.