Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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dialità ha saputo scoprire ed insieme aprendo ad ossa il pensiero di procurarsi per loro questa volta la banda, attesa l'impotenza dì conferirla al conte Giuseppe» ( l ). Ad onta di tutti questi consigli i conti Porcia non si unirono contro il nemico comune: furono invece presentate al tempo stesso due suppliche, una di Enea discendente da Muzio I, l’altra di Giuseppe discendente da Fulvio il vecchio. Intanto nasceva il postumo Leandro Maria (7 settembre 1779) ed il senato, intese le informazioni del savio Calbo sopra ambiduc i ricorsi, pur «riconoscendo Tuna e l’altra linea degna di questa onorificenza, perchè discendente dal primo autore beneficato e sostenuta da un pari titolo reciproco fra loro, nondimeno considerate le consuetudini allora in corso c le circostanze singolari che scortavano l’istanza del conte Giuseppe, ritrovava di equità di accordargli benignamente la preferenza, mantenendo la prerogativa nella sua linea e riservando all’altra la capacità d’aspirarvi in deficenza di questa» ( 2 ). Così grazie al consiglio del De Franceschi e per mancanza o inferiorità di titoli nel cavaliere Scotti, la condotta di genti d’arme rimase ai Porcia e precisamente a Giuseppe zio eh Leandro Maria. Anche il conte Giuseppe, che tiene nella serie dei condottieri l’ottavo posto, era stato educato sotto la guida

(*) Lettera 11 marzo 1779. - Archivio detto. ( 2 ) Documento n. 68.